
Malvasia delle Lipari D.O.C.
La più antica notizia del Malvasia delle Lipari la dobbiamo a Diodoro Siculo (Agira, 90 a.C. circa – 27 a.C. circa), storico siceliota autore della storia universale Bibliotheca historica: secondo lo storico la presenza dell’uva Malvasia nelle Eolie risale al VI secolo a.C. e infatti, si tratta di un vitigno esclusivo delle isole Eolie e particolarmente diffuso nell’isola di Salina. Una delle prime testimonianze della produzione vitivinicola delle Isole Eolie è di Andrea Bacci che nel suo “De naturali vinorum historia de vinis italiae et de convivijs antiquorum libri septem” del 1596 afferma che “[…] l’isola di Lipari è sparsa di fecondi colli, che per l’interno calore del suolo danno un vino sincero […]”. Nel 1890 lo scrittore, drammaturgo, saggista e poeta francese Guy de Maupassant, nella sua “La vie errante” (La vita errante) scrive del vino dell’isola di Salina: “[…] mentre tornavo, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la chiamò Salina. Lì si produce il vino di Malvasia. Volli bere […] una bottiglia del celebre vino […] È proprio il vino dei Vulcani, denso, zuccherato, dorato […]”. Nel 1900 il Malvasia delle Lipari venne presentato e premiato all’esposizione di Parigi e nel 1933 alla prima “Mostra dei vini tipici di Siena” dove fu definito “d’aroma squisito”. I vitigni con cui è consentito produrlo sono Malvasia di Lipari massimo 95% e Corinto nero dal 5 all’8%. Di colore giallo dorato o ambrato, odore aromatico e sapore dolce e aromatico, si sposa bene con dolci siciliani come la cassata, i cannoli, pasticceria secca e piparelli. Prodotto anche nelle varianti Malvasia delle Lipari passito e Malvasia delle Lipari liquoroso, il vino D.O.C. Malvasia delle Lipari ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata il 20 settembre 1973.