Vendemmia di Sole

L’uva che colora e profuma l’Isola di Sicilia

Vendemmia di sole - Messina

Uva ‘nzolia

In Sicilia è detto inzolia e a Messina ‘nzolia, l'Ansonica, un vitigno a bacca bianca che pur avendo origini meridionali è diffuso in altre regioni italiane come la Toscana. In particolare, la sua origine siciliana è quella più accreditata e Giavedoni e Gily (2005) affermano che dalla Sicilia è giunta in Sardegna e, successivamente, nell’isola d’Elba e del Giglio nella provincia di Grosseto in Toscana. Coltivato maggiormente nella Sicilia occidentale ma ampiamente diffuso nel resto dell’Isola, il vitigno presenta un grappolo di grosse dimensioni di forma conica con acini ovoidali di colore giallo di medie dimensioni e la vendemmia si effettua nei primi giorni di settembre. Il mosto è utilizzato per produrre alcuni vini bianchi siciliani quali il Mamertino di Milazzo e il Salaparuta DOC.

Uva zibibbo

“Zibibbo” deriva dall’arabo zabīb che significa “uvetta” o “uva passita”. E’ chiamato anche Moscato d'Alessandria perché originario dell’Egitto per essere poi introdotto nell’isola di Pantelleria col nome di zibibbo, dov’è intensamente coltivato e copre quasi l’intero fabbisogno nazionale. Pantelleria, sede delle sagre annuali specifiche nel mese di settembre, ha avuto il riconoscimento nel 2014, dall’Unesco, di patrimonio dell’umanità per la coltivazione della vite ad alberello che vi si svolge. Dall’uva zibibbo si producono il vino Zibibbo IGT e il DOC moscato di Pantelleria, oltre che essere adatta per l’essicazione o per il consumo diretto.

Uva corniola

Dalla polpa di colore rosa ambrato o giallo verdastro, dolcissima e succosa, la vite Corniola è un’antica varietà di uva tavola pregiata. Si caratterizza per gli acini di forma allungata, irregolare, fusiforme o arcuata. Probabilmente originaria dell’Asia, è conosciuta anche col nome di Corniola di Milazzo e la piena maturazione avviene a fine settembre – primi di ottobre.

Uva malvasia

Di origine greca, è diffusa in Sardegna, Sicilia (importata a Salina verso il 588 a.C. da coloni greci) e Calabria. Presenti in maniera massiccia nelle isole di Vulcano, Salina e Lipari (da quest’ultima isola prende il nome la “Malvasia delle Lipari”), i vigneti sono coltivati in appositi terrazzamenti con muretti di pietrame a secco, le cosiddette “armacie”. I terreni di coltivo, sabbiosi e di origine vulcanica e contenenti fosforo, magnesio e potassio, conferiscono al vino prodotto con queste uve dolcezza e la giusta quantità di acidità. Il vino bianco e secco è piacevole al palato così la Malvasia delle Lipari Passito DOC.

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