Forza d’Agrò

Il Borgo dove si respira l’atmosfera del Medio Evo

Forza d’Agrò

Ubicato a 420 metri sul livello del mare, fa parte del comprensorio della Valle d’Agrò e dell’Unione dei Comuni delle Valli joniche dei Peloritani.

Forza d’Agrò

La Storia

Il sito di Forza d’Agrò era frequentato sin dall’epoca preistorica e con continuità in epoca greca, ellenistica e romana. In epoca normanna, nel 1116, il Borgo fu donato da re Ruggero II al Monastero dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. Nel 1302 passò, invece, sotto la giurisdizione dello Stratigò (sindaco di allora) di Messina e nel 1468 fu inglobato nella Diocesi di Savoca. Durante la rivolta antispagnola messinese del 1674-78 Forza d'Agrò, che era rimasta fedele alla monarchia spagnola, ebbe tolti tutti i privilegi nel 1676 durante l’occupazione francese e sottomessa alla dipendenza militare di Savoca. Dopo il sisma del 1693 che provocò danni all’abitato e causò lesioni alla Chiesa Madre, a partire dal '700 e per tutto l’800 il Borgo fu interessato da un incremento demografico e edilizio che portò alla realizzazione di alcuni palazzi signorili delle famiglie nobili fra i quali, il Palazzo Mauro, il Palazzo Miano, il Palazzo Garufi. Nel 1971 il centro storico di Forza d'Agrò (assieme a quello della vicina Savoca) venne scelto come location dal regista Francis Ford Coppola per l'ambientazione di diverse scene presenti nei film della saga della famiglia Corleone, a partire da Il Padrino.

LO SAPEVI CHE?

I Greci, che frequentarono il sito tra il VII e il V secolo a. C., denominarono il Borgo “Arghennon Akron”, cioè “Promontorio d’argento”. In epoca romana, a partire dal 135 a.C., assunse la denominazione latina di “Agrillae” e il territorio circostante “Vicum Agrillae”.

L’antico Borgo “Quartarello”

L’anima del Borgo di Forza d’Agrò, il suo cuore antico fra stretti vicoli in pietra, scalinate e piccoli curtigghi (cortili) è quello che si sviluppa sotto il Castello quando, lasciata la Chiesa Madre, ci si inerpica verso il vetusto Maniero. È il punto più alto e il più suggestivo, un Borgo nel Borgo, il cosiddetto “Quartarello”. Un agglomerato di piccole abitazioni coperte da tetti ad una o a due falde con tegole-coppi alla siciliana, ormai quasi del tutto abbandonate, immerso in un arcano silenzio che sa di antico e di un misterioso fascino. Le case, a un piano o a due, in blocchi di pietra cementati con calce tenace che sfida ancora i secoli, hanno i soffitti e i solai in legno e ricevono la luce solare da piccole finestre incorniciate da blocchi di grigia pietra arenaria. Ad una o a due stanze, i due piani sono collegati tra loro da ripide scale in legno in maniera da occupare meno spazio possibile. Il tutto in una forma semplice e dimessa dove l’unico risalto viene dato ai portali arcuati d’ingresso, a volte decorate da un sobrio concio di chiave. Un affascinante pezzo di Medio Evo dove ancora si respira l’atmosfera del passato.    

Le Chiese

Oltre la Chiesa Madre dedicata alla SS. Annunziata, nella piazza principale del Borgo sorge la Chiesa di San Francesco edifica dai Frati Minori Francescani nel XV secolo. Conserva un pregevole portale in pietra arenaria, murato in una parete interna, di eleganti linee tardo rinascimentali. Da una scalinata che conduce a una Porta Durazzesca del XV secolo in stile Gotico Catalano, si giunge alla Chiesa della Santissima Trinità o della Triade. Edificata nel XV secolo, nel 1576 fu restaurata e la facciata presenta ancora la struttura quattrocentesca con interventi successivi di epoca manierista. All’interno, fra gli altri, si conservano un dipinto di ignoto autore, Madonna che appare a Sant'Agostino e a Santa Monica (sec. XVIII); una Madonna col Bambino di autore ignoto (secolo XVI) e un Cenacolo, dipinto su tela del 1840. Sull’altare maggiore si trova una copia fedele del XX secolo della Visita dei Tre Angeli ad Abramo, dipinto trafugato nel 1971 ed attribuito al pittore Antonino Giuffrè (fine sec. XVI). Il Convento Agostiniano annesso iniziato nel 1559 e ultimato nel 1591, nei sotterranei conserva una cripta con 15 sedili in muratura dove venivano posti i monaci defunti ad essiccare.   

Forza d'Agro
98030 ME