Le leggende dei Laghetti di Tindari

Mito e miracoli all’ombra dell’imponente Santuario

Le leggende dei Laghetti di Tindari

I Laghetti d’acqua salmastra di Marinello sottostanti al Santuario di Tindari, secondo alcuni studiosi si formarono fra il 1865 e il 1895 in seguito a movimenti tettonici e a particolari condizioni meteo-marine, ma la tradizione leggendaria non è assolutamente d’accordo…

Tindari

Tìndari sorge su un promontorio a 280 metri, a picco sul mar Tirreno, in un luogo di altissime qualità paesaggistiche e panoramiche dove convivono arte, archeologia, leggenda, religione, fede e storia. Dionigi Tiranno di Siracusa la fondò nel 396 a.C. per farne un avamposto contro il pericolo, sempre presente, di un’invasione cartaginese in Sicilia. Per molto tempo Tyndaris fu perciò colonia militare, fortificata dalla presenza di robuste mura e, nonostante ciò, venne assediata ed espugnata dai cartaginesi, devastata e saccheggiata. Si riprese con l’avvento dei Romani nel 260 a.C., ma, una catastrofica frana nel I secolo, travolse l’abitato distruggendolo. Ancora subì distruzioni sotto la dominazione araba per poi tornare a ripopolarsi con l’arrivo dei Normanni nei sec. XI-XII. Il celebre Santuario della “Madonna Nera”, in cima al promontorio, sorse probabilmente sulle rovine di un tempio classico dedicato a Cibele grazie all’arrivo di una nave che, colta da un violento fortunale, alleggerì il suo carico per riprendere il mare abbandonandone parte sulla piaggia insieme ad una statua della Madonna col Bambino che fu poi intronizzata nell’antico Santuario.

LO SAPEVI CHE?

Papa Eusebio, fatto deportare in Sicilia dall’imperatore Massenzio, morì a Marinello nella grotta che il mito vuole sia stata abitata dalla Maga Donna Villa, il 21 0ttobre 310. Il suo corpo fu poi riportato a Roma il 26 settembre 311 e deposto nelle catacombe di Callisto.

Il miracolo della “Madonna Nera”

Secondo un’antica tradizione, una donna siciliana di carnagione scura con la figlioletta si recò all’antico Santuario per rendere omaggio alla statua della “Madonna Nera”. Quando entrò e vide da vicino il gruppo scultoreo, ne rimase fortemente delusa dal colore scuro della carnagione e, sebbene la statua fosse ornata dall’iscrizione Nigra sum sed formosa (sono nera ma bella") ripresa dal “Cantico dei Cantici 1,5 e 1,6”, con delusione le venne spontaneo esclamare a voce alta "Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia!" (“Sono venuta da lontana strada per vedere a una che è più brutta di me!”). Appena pronunciate queste parole, si girò verso la figlia ma essa non era nel Santuario. Entrata in un varco nella navata destra che conduceva ad un ambiente annesso, vide che la figlia si era arrampicata ad una finestra a strapiombo sul mare, corse per afferrarla ma era troppo tardi, la bimba stava precipitando in mare. Invocò subito aiuto alla Vergine pentendosi di quanto aveva detto prima e allora apparvero due angeli che, dopo averla presa, la appoggiarono sulla sabbia che si era prodigiosamente formata col ritiro delle acque: così si formarono i Laghetti di Marinello.

Donna Villa, la Maga Circe siciliana

In una grotta sottostante il promontorio di Tindari a 100 metri di altezza a picco sul mare, davanti ai Laghetti di Marinello, abitava secondo la leggenda la Maga Donna Villa, incantatrice che, come l’omerica Circe, dopo aver adescato i suoi uomini, in modo atroce se ne liberava. Da qui la brutta e deforme Donna Villa si trasformava per magia in una bellissima fanciulla e si affacciava come da un balcone per “catturare” i marinai di passaggio con la sua bellissima voce. Questi, incantati dalle note melodiose, andavano nel suo antro recando monete e venivano fatti precipitare in una profonda fossa dando origine all’altra leggenda del tesoro di monete lì nascosto. Spaventevole antropofaga, Donna Villa divorava poi i corpi dei suoi amanti e delle loro ossa spolpate tappezzava a mo’ di decorazione le pareti della grotta. I pescatori narrano che nelle notti di plenilunio la si vede apparire mentre si aggira con fare furtivo tra i Laghetti di Marinello. La grotta, meta oggi di escursioni con guide esperte perché la si raggiunge percorrendo un sentiero impervio partendo da contrada Rocca Femmina, si compone di due ambienti e da essa si può ammirare un panorama mozzafiato sulle Isole Eolie e Capo Calavà.

Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello
98066 Patti ME