
I Peloritani e Monte Scuderi
I Monti Peloritani, nella cartografia antica, sono indicati anche col toponimo di “Monti Nettuni” o “Saturni”. Il riferimento a Nettuno è legato alle tradizioni mitologiche di Messina che nell’antichità eresse templi dedicati a questo suo nume tutelare. Saturno invece, ritenuto il primo manipolatore di metalli, enfatizza la nutrita presenza di filoni metalliferi in questa parte di territorio. “Mons Saturni”, in particolare, fu chiamato Monte Scuderi e anche “Monte Scuteri” e “Monte Scueri” nei documenti medievali. L’origine potrebbe essere ricondotta al termine medievale “Scudeli”, cioè ciotola o scodella per indicare i vasi che furono trovati abbondanti nel pianoro del Monte. Ricorrente, nelle cartografie settecentesche, è il toponimo di “Monte Spreverio” o “Monte Spaveri” o “Monte Sparviero”, ad indicare la presenza degli omonimi rapaci ma anche dalla forma che il Monte assume visto da sud. “Mons Saturnius”, anch’esso presente nelle antiche cartografie, ricorderebbe la leggenda che indica nelle viscere di Monte Scuderi la sepoltura di Saturno. La presenza del dio, insieme alla “Trovatura”, troverebbe così la motivazione della sua origine: lo sfruttamento, antichissimo, dei filoni metalliferi.