I Ciclopi delle Isole Eolie

La mitica fucina dove vengono forgiate le armi degli dei

I Ciclopi delle Isole Eolie

Bronte, Sterope e Arge furono i tre Ciclopi aiutanti di Efesto-Vulcano nella fucina ubicata nelle viscere dell’Isola di Vulcano nell’arcipelago delle Eolie.

Vulcano o Efesto

Efesto era una divinità greca del fuoco e delle fucine, figlio di Zeus e di Era secondo Omero. Nell’Iliade Omero dipinge un personaggio di brutto aspetto dotato di grande forza che lavora con i Ciclopi all’interno dell’Etna e i loro colpi producono i sordi brontolii del vulcano che arrossa in cima a causa del grande fuoco della fucina. Nella mitologia romana una figura simile ad Efesto era il dio Vulcano. Assimilato a lui, era sposato con Venere e sede principale del suo culto era l’isola di Lemno. In Occidente il culto per Vulcano fiorì in Campania e in Sicilia, appunto perché sedi di importanti vulcani, specialmente nell’isola di Vulcano dell’Arcipelago delle Eolie ritenuta sede del dio e dove si trovava la fucina sotterranea in cui egli lavorava con i suoi aiutanti Ciclopi. Nell’iconografia più antica viene raffigurato barbuto con tenaglie e martello e indosso una corta tunica da lavoro e dalla sua rinomata fucina uscirono, fra gli altri, il trono e lo scettro d'oro di Zeus; la falce della dea dell’agricoltura Demetra; il diadema di Arianna; l’armatura di Enea; la corazza d’oro di Ercole; il tridente di Poseidone; il carro del sole di Apollo; le coppe e i vassoi per la mensa degli dei.  

LO SAPEVI CHE?

Vulcano, nel 1950, fu il set del film con l’omonimo titolo interpretato da Anna Magnani e Rossano Brazzi per la regia di William Dieterle. Fu girato in contemporanea al film di Roberto Rossellini, “Stromboli (Terra di Dio)” con Ingrid Bergman, dopo la rottura tra lo stesso e Anna Magnani.

Vulcano, isola delle Eolie

Con il nome di “Hierà’, che significa “sacra”, venne citata dallo storico greco Erodoto, nel 475 a. C. Della superficie di 21 kmq., è meta del turismo nazionale ed internazionale per il vulcano attivo, i fanghi, il limpido mare e la finissima sabbia vulcanica nera delle spiagge.  Da Porto Levante, salendo per un sentiero, si raggiunge il cratere da dove si può ammirare un panorama mozzafiato. Per gli appassionati della pesca subacquea, luoghi di immersione sono Capo Testa Grossa, Capo Grosso, Scoglio Quaglietto e Franata dell'Arcipelago. Nell'antichità Vulcano era considerata l’isola di Efesto ed oltre al nome di “Hierà’, prendeva anche il nome di Hierà Ephaistou (sacra a Efesto).  Secondo la mitologia greca, infatti, l’isola era la sede sotterranea della fucina di Efesto-Vulcano dio della tecnologia metallurgica e proprio qui, con i suoi aiutanti Ciclopi, forgiava le armi per gli dei. Vulcano deve la sua esistenza alla fusione di più vulcani, fra i quali quello spento “della Fossa”, “Vulcanello”, “Monte Aria” e il “Monte Saraceno”. Fu nel II secolo a.C. che un’attività eruttiva di grande intensità portò alla creazione del nuovo cratere di Vulcanello emerso dalle acque.

I Ciclopi in Sicilia nelle opere degli scrittori classici

I Ciclopi, insieme ai Lestrigoni giganti rozzi e antropofagi, furono i primi leggendari abitatori della Sicilia. Per Esiodo (metà VIII secolo a.C. – VII secolo a.C.), nel suo poema “Teogonia” in cui narra la storia e la genealogia degli dèi greci, erano figli di Gaia e Urano. Omero, Teocrito, Callimaco, Euripide, Ovidio, sono concordi nell’affermare che vivevano in Sicilia all’interno dello Stromboli e di Vulcano nelle Eolie per forgiare le armi destinate alle divinità e agli eroi. Virgilio, nell’Eneide, fa approdare Enea in Sicilia terra di Ciclopi (libro III, 569 segg.) e Tucidide, nel libro VI, 2 della sua “Storia del Peloponneso”, scrive della Sicilia e dei Ciclopi: “Ora dirò come ella fosse da primo abitata, e quanti popoli avesse in tutti. Gli abitatori più antichi di una parte di quel paese dicesi essere stati i Ciclopi e i Lestrigoni; dei quali non saprei dire la stirpe, né il luogo onde vennero, né dove andarono.”. I Ciclopi, antichi fabbri, furono con ogni probabilità artigiani emigrati dall’Oriente nelle isole Eolie (IV millennio a.C.). Il solo occhio col quale vengono raffigurati, forse era dovuto all’usanza di proteggere l’occhio sinistro con una benda dalle scintille.  

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