In cima al monte a 1127 metri s.l.m. si erge una piccola chiesetta che viene conosciuta col nome di "Santuario di Dinnammare". Ricostruito nell’attuale sito dal Genio Militare a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il Santuario era anticamente ubicato dove sorge attualmente il Ponte Radio Interforze, area in cui fu costruito il Forte di Dinnammare facente parte del Sistema di Difesa dello Stretto.
Leggende affascinanti riguardano questo luogo e la costruzione del suo simbolo religioso.
Si narra che in epoca bizantina nella zona di Maregrosso fu scoperto un quadro di una Madonna che fu lasciato sulla spiaggia dai mostri marini e ritrovato da alcuni pescatori che decisero, dopo le numerose presenze di fedeli, di prelevarlo e portarlo nella chiesetta del monte.
Un’altra leggenda narra che sul monte, un pastorello della famiglia Occhino trovò una tavoletta di marmo con il volto della Madonna e la portò a casa, la mattina seguente scoprì con stupore che la tavoletta non c'era più e risalito sul monte la ritrovò dove l'aveva lasciata. La riprese un'altra volta e con la stessa cura gli diede una sistemazione a casa sua, ma il giorno successivo il quadro scomparve di nuovo e fu ritrovato sul monte. Era evidente che la Madonna volesse rimanere lì, dov'era apparsa la prima volta, per cui si decise di costruire la chiesetta.
Più volte, nel corso dei secoli, le varie icone della Madonna furono trafugate da ignoti e poi ricostruite, il più delle volte a spese dei fedeli e degli abitanti del luogo. L’attuale icona della Madonna, splendida opera del pittore Michele Panebianco (Messina, 1805-1873), viene custodita nella Chiesa di San Giovanni Battista a Larderia, paese di origine del pastorello Occhino che si trova ai piedi del monte. Ogni anno, nella notte fra il 3 ed il 4 agosto iniziano i festeggiamenti con la processione dei fedeli a seguito del quadro della Madonna che viene trasferito a piedi nel Santuario di Dinnammare. L'icona rimane meta di pellegrinaggi, fino al 5 agosto.
La mattina del 5 ricomincia il cammino dei fedeli, per il rientro a Larderia, facendo sosta a San Biagio, da dove il quadro riparte su un fercolo di legno adorno di fiori e, a tarda sera, fra canti, danze e fuochi d’artificio, fa ritorno nella Chiesa di Larderia.