Partenza da Via Castellammare
Nei pressi di Via Garibaldi, accanto alla Chiesa Catalani, per dirigersi verso Piazza Cairoli, cuore commerciale della città.
Un Tour originale per scoprire il Centro storico e la storia della città a bordo del Segway PT, proposto dall’Agenzia Viaggi Tourservices e gestito dalla società Nimbus s.r.l. (avente sede a Messina).
Nei pressi di Via Garibaldi, accanto alla Chiesa Catalani, per dirigersi verso Piazza Cairoli, cuore commerciale della città.
Per il suo progetto venne dato l’incarico all’architetto Marcello Piacentini che, sull’area precedentemente occupata dal cinquecentesco Ospedale di Santa Maria della Pietà, ideò il nuovo Palazzo di Giustizia articolato su tre grandi edifici uniti tra loro da grandi gallerie. La costruzione ebbe inizio nel 1919 e il palazzo inaugurato il 28 ottobre 1928. Il corpo di fabbrica centrale è sormontato da una quadriga in lega di bronzo e alluminio, opera di Ercole Drei. Al suo interno si ammirano lo scalone in marmo di Billiemi con ornamenti in bronzo; un portale marmoreo che dà accesso alla Corte d’Assise; le tempere grasse ai soffitti e le decorazioni dei pittori Romano e Schmiedt.
Il portale monumentale dal lato di via Giacomo Venezian è quanto rimane del Collegio dei Padri Gesuiti, istituito a Messina il 16 novembre 1548 con bolla del Papa Paolo III e, quindi, prima Università degli Studi della città e primo Collegio gesuitico nel mondo. Dopo il terremoto del 1908, il complesso universitario è stato ricostruito su progetto dell’arch. Giuseppe Botto ed inaugurato nel 1922.
Iniziata ad edificare fra il 1130 e il 1154, durante il regno del normanno Ruggero II, venne consacrata il 22 settembre 1197 alla presenza dell’imperatore Enrico VI e della moglie, la regina Costanza d’Altavilla. Conserva testimonianze d’arte dal XIV al XIX secolo ed un importante e ricco “Tesoro” di argenterie ed oreficerie sacre che custodisce, tra i tantissimi pezzi, la magistrale ed unica “Manta D’Oro“ della “Madonna della Lettera” dell’orafo toscano Innocenzo Mangani (1668), impreziosita da molteplici ex voto di grandissimo valore artistico; una pigna in cristallo di rocca (sec. X) utilizzata come reliquario dei capelli di Maria di Nazareth e collocata nella Varetta processionale, in occasione della festa della Patrona, il 3 giugno; i reliquiari di San Marziano (sec.XII), San Nicola (sec.XV), San Paolo (sec.XVII) in argento sbalzato; diversi calici in argento dorato e smaltato; un turibolo cinquecentesco con coppa barocca; i busti reliquiari in argento di San Giovanni Crisostomo e di San Bartolomeo abate, (1645); una serie di candelabri d’argento e bronzo e di paramenti sacri.
L’organo ha 16.000 canne ed è unico in Italia, con quello del Duomo di Milano, per qualità espressive e grandezza. L’adiacente campanile contiene un complesso orologio astronomico-figurativo che a mezzogiorno si anima, realizzato nel 1933 dagli Ungerer di Strasburgo.
Edificato su progetto dell’arch. Francesco Valenti e dell’ing. Aristide Giannelli, venne inaugurato il 15 agosto 1933. Alto 60 metri, 48 la torre e 12 la cuspide, la base quadrata misura 9,60 m. per lato. Contiene una complessa figurazione meccanica in movimento che, a mezzogiorno, rievoca alcuni episodi della storia locale ed un grande orologio astronomico, realizzati nel 1933 dai fratelli Ungerer di Strasburgo.
Venne edificata dal 1150 al 1200 sugli avanzi del tempio di epoca classica dedicato a Nettuno. Nel secolo XIII fu accorciata con arretramento della facciata a seguito di un terremoto e, sotto il regno aragonese nel sec. XIV, venne affidata ad una congregazione di mercanti catalani da cui prese il nome. Si caratterizza per l’eclettismo architettonico nel quale si condensano culture latine, bizantine ed arabe e custodisce un pregevole dipinto del 1606 di Tommaso Montella, raffigurante l’Immacolata
Opera di Andrea Calamech, scultore ed architetto carrarese, venne commissionata dal Senato messinese e realizzata nel 1573 per ricordare la vittoria della flotta cristiana contro quella turca, salpata dal porto di Messina, nella grande battaglia navale che si svolse a Lepanto il 7 ottobre 1571
Progettata dall’architetto Camillo Puglisi Allegra in stile neo Rococò, fu inaugurata il 13 agosto 1929. All’interno si articola in tre bracci confluenti, al centro, in un esagono chiuso da una volta a cupola vetrata e con tre ingressi. Il portico centrale, che dà sulla piazza Antonello, ha un monumentale arco segnalato da robuste paraste e da un fastigio sopraelevato, che costituisce l’ingresso principale della Galleria
Dedicato alla “Madonna delle Vittorie”, il Santuario di Montalto sorge sul colle della Caperrina, definito il "Campidoglio di Messina" per il movimento rivoluzionario del 1282 che vide il popolo messinese impegnato contro l’assedio degli angioini, durante i Vespri Siciliani.
Edificato nel 1581 dalla Nobile Arciconfraternita di San Basilio degli Azzurri, venne poi demolito e ricostruito a partire dal 1616 su progetto dell’architetto gesuita Natale Masuccio. Nel 1741, in occasione del duecentesimo anniversario della fondazione dell’Arciconfraternita, l’architetto Antonino Basile e il pittore Placido Campolo progettarono la monumentale scalinata scenografica con movimenti concavo-convessi, realizzata in soli tre mesi, che conduceva alla sovrastante chiesa di Santa Maria della Pietà.
Fondata nel 1254 dalle patrizie messinesi Violante Palizzi, Eleonora da Procida e Beatrice Belfiore, nonostante sia di notevoli dimensioni, la chiesa si compone di un’unica aula rettangolare, senza divisione in navate, con pianta basilicale a croce latina, transetto ed absidi terminali. La copertura dell’imponente navata, nello spirito del gotico italiano, è a due falde con struttura composta da grandi capriate lignee a vista, che sostituiscono le volte lapidee del gotico francese e sottolineano magistralmente il carattere povero dell’architettura francescana. Conserva, oltre al pregevole simulacro in legno e argento dell’Immacolata (sec. XVIII), una mattonella con le gocce di sangue di S. Antonio di Padova, che qui operò il primo miracolo della sua vita nel 1221.
Sorge nel sito di una necropoli romana e si presenta sistemata a “Giardino all’italiana”. Denominata nella prima metà dell’Ottocento “La Flora”, venne intitolata a Giuseppe Mazzini qualche anno dopo la sua morte nel 1872. Pregevoli sono i monumenti a Mazzini (1873) e a Francesco Maurolico (1857). La Villa è anche dotata di un grande Acquario dell’Istituto Talassografico, aperto nel 1955, dove si trovano esemplari marini del Mediterraneo e di mari esotici.
Realizzata nel 1557 da Giovan Angelo Montorsoli, venne concepita come una mitica allegoria delle pericolose acque dello Stretto che nei favolosi mostri Scilla e Cariddi trovano la loro personificazione. La statua di Scilla, danneggiata dai colpi di cannone durante la rivolta antiborbonica del 1848, è stata sostituita da una copia eseguita da Letterio Subba nel 1858 e l’originale è custodito nel Museo Regionale, così come il Nettuno, la cui copia è una riproduzione fedele dovuta a Gregorio Zappalà, che la realizzò nel 1856.
Il monumentale monumento bronzeo a Ferdinando II di Borbone di Pietro Tenerani si inserisce nel panorama artistico messinese dell’Ottocento che fece della città uno dei punti di riferimento della scultura neoclassica con i messinesi Saro Zagari, Carlo Falconieri e Giuseppe Prinzi.
Inaugurato il 12 gennaio 1852, venne progettato dall’architetto napoletano Pietro Valente che lo ideò nel 1827. Denominato in origine Santa Elisabetta, in omaggio alla Regina Madre di Ferdinando II di Borbone, conserva importanti sculture neoclassiche ottocentesche del messinese Saro Zagari, fra le quali, al culmine della facciata, “Il Tempo che scopre la Verità, e Messina che incantata dalla luce di essa, tende ad abbracciarla”
Progettato dall’architetto palermitano Antonio Zanca, il 28 dicembre 1914 venne posta la prima pietra e il palazzo ultimato e inaugurato il 26 luglio 1924. Decorato in pietra di Comiso con sculture dei messinesi Antonio Bonfiglio e Giuseppe Sutera, conserva nella Sala Giunta un grande affresco raffigurante “l’Ultima Cena”, opera del 1617 del messinese Alonzo Rodriguez che lo realizzò per la non più esistente chiesa di Santa Maria di Gesù Inferiore.