Tommaso Aloysio Juvara

L’autore dei francobolli più belli del mondo

Tommaso Aloysio Juvara

Tommaso Aloysio Juvara, nipote del celeberrimo Filippo Juvara o Juvarra, l’architetto dei Savoia, di Torino, di Madrid, delle grandi capitali europee, fu uno dei più grandi maestri italiani dell’arte del disegno e dell’incisione nell’Ottocento.

La vita

Nato a Messina il 12 gennaio 1809, per la sua precoce attitudine al disegno viene mandato dai genitori a lezione dal pittore Letterio Subba. Con un sussidio avuto dal Municipio parte poi per Roma, allievo del famoso disegnatore e pittore romano Vincenzo Camuccini. Si trasferisce quindi a Parma per frequentare la scuola dell’incisore Paolo Toschi, grazie ad un altro sussidio della sua città natale. Chiamato dal Municipio di Messina per assumere l’insegnamento dell’incisione presso la Scuola d’Arte, giunto all’apice della carriera e della gloria (nel 1869 era stato nominato condirettore della Regia Calcografia di Roma), è oggetto di invidie e critiche sfrenate da parte di un mediocre incisore romano, tale Ceroni. Egli ne soffre tanto e la salute e la sua mente ne sono fortemente scosse. La mattina del 30 maggio 1875 Tommaso si ritira nel suo studio e con precisi fendenti di rasoio si recide le arterie dei polsi e dei piedi. Dopo sei ore di atroce agonia sente i passi della moglie che sta rincasando. Afferra la rivoltella e preme il grilletto una volta sola: un colpo devastante alla bocca chiude per sempre l’esistenza terrena del celebre e grande incisore messinese Tommaso Aloysio Juvara.

LO SAPEVI CHE?

Alla sua diletta Messina Tommaso Aloysio Juvara lasciava tutte le sue più preziose opere, custodite nell’allora Museo di S. Gregorio e poi trasferite all'attuale Museo Regionale. Alla città lasciava anche la sua eredità quantificabile in una rendita annua di 2.000 lire da destinarsi, previo assegno per 5 anni, ai giovani artisti messinesi meritevoli d'aiuti.

L’incisore

Splendide incisioni escono dalle sue prodigiose mani, ma il desiderio di apprendere e migliorare nella sua arte è sempre forte in lui e allora parte per Parigi, e, poi, alla volta di Napoli, ad insegnare nell’Istituto di Belle Arti.  Nel 1849 disegna, dal vivo, il ritratto del pontefice Pio IX, un magistrale esempio di raffinatezza e precisione grafica,  La prolifica attività grafica di Juvara si può sintetizzare, a titolo di esempio, nella produzione di queste che sono fra le sue più importanti realizzazioni: “Dante Giovinetto”“Madonna col Bambino”, ripresa dal dipinto del Camuccini; “San Carlo Borromeo”, acquistato dal regio Istituto di Belle Arti di Napoli e, quindi, donato alla Regia Calcografia di Roma; “Ambasceria dei Messinesi alla Madonna”, incisione eseguita per il Municipio di Messina; “Ritratto di Paolo Rubens e Antonio Van Dyck”; “Ritratti di Ferdinando II di Borbone”, commissionati dalla Real Casa di Napoli dopo la morte del sovrano; “La Presentazione al Tempio”, disegno ricavato dal grande dipinto del messinese Girolamo Alibrandi e premiato con due medaglie d’oro, una all’Esposizione di Palermo nel 1841 e l’altra all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1845.

L’autore dei francobolli più belli del mondo

Nel 1858 Tommaso Aloysio Juvara ottenne l’incarico più prestigioso di tutta la sua lunga e prolifica carriera: disegnare i primi francobolli della Sicilia con l’immagine di re Ferdinando II di Borbone, ritenuti i più belli in assoluto nel mondo. Con decreto del 20 novembre 1858 del sovrano del Regno delle Due Sicilie, infatti, anche i “Domini al di là del Faro”, cioè la Sicilia, venivano dotati di francobolli adesivi per la corrispondenza, a partire dall’1 gennaio 1859. L’art. 1 del citato decreto recita: “Dal primo di gennaro 1859 in poi le lettere o pieghi che si spediscono per l’interno delle due parti del Regno, e per l’estero, saranno francati mercé l’apposizione di un bollo di posta rappresentante il valore della tassa postale pagata con anticipazione […]”. Nel successivo art.2, poi, si precisa: “I bolli di Posta consisteranno in figurine quadrilatere portanti la nostra effigie con l’iscrizione – Bollo della Posta di Sicilia – e l’indicazione del valore”. L’effigie, il profilo del sovrano sotto forma di busto classico, fu realizzata da Juvara che ideò anche un annullo particolare, un’elaborata cornice a forma di ferro di cavallo per non deturpare il volto di sua Maestà che Dio Guardi!

Messina