I Colli Sarrizzo

Dov’è passata la Storia

I Colli Sarrizzo

La straordinaria posizione di Messina e la particolare morfologia del suo territorio circostante fanno sì che in poco tempo, dal mare, si possano raggiungere le colline che costituiscono la cintura naturale e il suo “polmone verde”.

Colli Sarrizzo

I Colli Sarrizzo

Nelle carte antiche sono denominati “Colli Sarrizzo” ma sono intesi col nome di “San Rizzo”. Facenti parte della catena dei Monti Peloritani, di cui costituiscono la parte iniziale orientale, dominano la città di Messina dall’alto dei loro 800-1000 m. s. l. m. e per questo rappresentano il posto migliore dal quale osservare il panorama mozzafiato dello Stretto di Messina fino a Capo Peloro. La vetta più alta, a 1130 m. s. l. m., è quella di Dinnammare (il cui toponimo, pare, derivi da “Bimaris”, cioè i due mari Tirreno e Jonio visibili dal crinale) dove sorge l’omonimo Santuario. Si raggiunge dal quadrivio di Sarrizzo denominato le “Quattro Strade” e lungo il percorso si può ammirare lo straordinario panorama che guarda il territorio comunale ma anche il versante tirrenico della Provincia e che domina, oltre Milazzo, le Isole Eolie. Lungo la strada, fra le tante aree attrezzate dove poter sostare, la più frequentata è quella di Musolino e proseguendo, si raggiunge il “Centro polifunzionale delle piante endemiche e autoctone del Mediterraneo” con il Giardino delle Meraviglie, uno straordinario paradiso naturalistico inaugurato nel 2012 e realizzato dall’Azienda Foreste Demaniali di Messina.

LO SAPEVI CHE?

Nel Quadrivio cosiddetto delle “Quattro Strade” sorge un’icona devozionale con tre statue di S. Antonio, il Sacro Cuore di Gesù e la Madonna delle Grazie. Il monumento fu eretto, per grazia ricevuta, da Letterio Corrao che durante una corsa motociclistica, sbandando paurosamente con la sua moto, nei pressi si salvò prodigiosamente rimanendo impigliato in un ramo sul ciglio di un burrone.

Dov’è passata la Storia

Costituendo in antico il valico naturale da superare per raggiungere dalla Sicilia occidentale rapidamente Messina, i Colli Sarrizzo hanno visto passare la Storia. Dai Colli ha inizio il cosiddetto “sentiero dei Vespri” che conduce in città: fu infatti da questo sentiero che l’esercito francese al comando di Carlo d’Angiò, dopo la rivolta dei Vespri Siciliani scoppiata a Palermo il 30 marzo 1282, inseguito dai soldati aragonesi di re Pietro d’Aragona, si diresse verso Messina. In fondo alla valle ne fece le spese il complesso religioso di monache basiliane di Santa Maria della Scala, di cui esiste ancora la chiesa, che fu saccheggiato e incendiato dalle soldatesche che spogliarono la chiesa dei suoi tesori. Il 27 luglio 1860 è la volta di Giuseppe Garibaldi a transitare dai Colli Sarrizzo in direzione di Messina, dopo la vittoria contro i borbonici a Milazzo il 20 luglio. Il generale passa dalle “Quattro Strade” e procede lungo la “Strada Nuova” (attuale via Palermo) per giungere a Messina verso le 3 pomeridiane. Dai Colli Sarrizzo, infine, il 17 agosto 1943 entrarono le truppe americane del generale Patton a Messina, lungo la via Palermo, durante la Seconda guerra mondiale.

Don Minico alle “Quattro Strade”

L’avventura gastronomica di Domenico Mazza, alias Don Minico e del suo storico locale “Casa di Cura Don Minico” sui Colli Sarrizzo alle“Quattro Strade”, ha inizio quando, giovanissimo, dal Casale di Gesso dove lavorava come garzone di fornaio valicava i Colli per portare il pane a Messina e si fermava nello stesso punto dove poi sarebbe sorto il locale. Con una carretta di gazzose iniziò la sua attività di vendita e quando nel 1956 ebbe in regalo una “baracchetta” in legno esposta alla Fiera di Messina, la collocò alle “Quattro Strade”, lasciò il lavoro al forno e vi si dedicò interamente. La moglie, Donna Razia, gli faceva recapitare per pranzo pagnotte con melanzane e pomodori sott’olio che spesso Don Minico divideva con operai della Forestale o cacciatori. Ma quando un cacciatore ne approfittò lasciandolo a bocca vuota, gli fece uno scherzo inserendo nel pane un piccantissimo peperoncino. Dopo averlo addentato, con le lacrime agli occhi, il cacciatore gli disse “Minicu! Mi futtisti! Stu pani è disgraziatu comu ‘a ttia! Picchì non ciù vinni ‘e cristiani?” (Domenico! Mi hai fregato! Questo pane è disgraziato come a te! Perché non lo vendi ai cristiani?): era nata la celebre “Pagnotta alla Disgraziata”.

(Foto Roberto Principato)

Colli Sarrizzo
98152 Messina ME