La Chiesa di Santa Maria della Valle detta la “Badiazza” a Messina

Mirabile architettura duecentesca e trecentesca

La Chiesa di Santa Maria della Valle detta la “Badiazza” a Messina

Circondata da una lussureggiante pineta, sull’argine destro del torrente “Badiazza”, la Chiesa di Santa Maria della Valle si erge immersa in un silenzio che sa di misticismo e spiritualità.

La Chiesa di Santa Maria della Valle detta la “Badiazza” a Messina

La Storia

Le sue origini risalirebbero al 1088. Nel marzo del 1168 Guglielmo II il Buono assegnava vari privilegi e donativi alla chiesa, riconfermati e accresciuti il 13 febbraio 1196 da Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II. Seguirono quelli dell’imperatore Federico II di Svevia che il 9 agosto 1200 elevò la chiesa al rango di “Cappella Reale”. Durante la sollevazione dei Vespri, nel 1282, la chiesa fu assalita, saccheggiata ed incendiata dalle soldatesche di Carlo d’Angiò. Sotto il regno di Federico II d’Aragona (1245-1337) il tempio risorse a nuova vita ma fu di breve durata: nel 1347, infatti, scoppiò la peste a Messina e in quell’occasione le monache iniziarono ad abbandonare il complesso religioso, fino a trasferirsi definitivamente in un nuovo monastero costruito in città. Il complesso monastico, così abbandonato, cadde in rovina. Ai danni dell’abbandono s’aggiunsero quelli delle alluvioni che nel 1855 causarono l’interramento interno ed esterno della chiesa.  Nel 1951-55 vennero effettuati dei restauri a cura della Soprintendenza alle Belle Arti, durante i quali furono ricostruiti gli archi, i pilastri e i relativi capitelli che erano andati distrutti nel terremoto del 1908.  

LO SAPEVI CHE?

In un profumato giorno di maggio del 1303 un grande amore sbocciò proprio qui, sotto queste mura, tra Federico II d’Aragona ed Eleonora d’Angiò: nel 1329, a Messina, i due si sarebbero poi sposati.

L’Architettura

Secondo Enrico Calandra, la chiesa deve il suo impianto basilicale alla trasformazione che subì il “santuario” a pianta centrica bizantino-normanno, fondato sui resti di costruzioni tardo-romane del V o VI secolo, quando vennero aggiunte le tre navate in epoca sveva al tempo di Federico II. L’evoluzione verso forme sempre più gotiche del complesso architettonico venne a definirsi completamente nei restauri e nelle aggiunte operate in epoca aragonese da Federico II d’Aragona intorno al 1303. Tale gusto gotico si avverte nei rifacimenti delle volte a crociera con l’aggiunta di costolonature bicrome (bianche e nere), a sezione quadrata. All’epoca dei suddetti restauri risale anche il portale principale d’ingresso, in risalto sulla facciata secondo lo schema presente nell’architettura siciliana del ‘300, con gli archivolti ornati dal tipico motivo a zig-zag. Per quel che riguarda la serie dei capitelli presenti nel “santuario” e nelle navate, sono da notare i diversi influssi bizantini, cistercensi, borgognoni pregotici, che li differenziano tra di loro. Le forme tipiche gotiche sono presenti nei capitelli dalle foglie uncinate che coronano le due colonne negli spigoli dell’abside centrale.

Il prodigio dell’Icona venuta dal mare

Nel 1167, nel porto di Messina, è alla fonda una nave e i marinai stanno scaricando le mercanzie trasportate fin qui dall’Oriente. Nella stiva si trova una tavola in legno dipinta alla maniera delle icone bizantine: raffigura il mezzo busto della Madonna che tiene una scala in mano. Terminato lo scarico, levate le ancore e spiegate le vele, la nave adesso è pronta a ripartire ma, misteriosamente, lo scafo non si muove di un solo centimetro. L’Arcivescovo Nicolaus, informato di ciò, dispone che il dipinto sia condotto a terra e nello stesso momento la nave si allontana dal molo verso il mare aperto. Si solleva il quadro, inutilmente perché è pesantissimo e allora si decide di metterlo in un carro tirato da buoi senza guida: sarà la stessa Madonna a condurlo alla destinazione che lei vorrà. La processione costeggia la curva del porto e prosegue il suo cammino verso i colli Sarrizzo, lungo la fiumara di S. Leone. In lontananza si profilano le suggestive merlature della chiesa normanna di S. Maria della Valle e i buoi si fermano da soli di fronte al tempio. L’immagine viene condotta in chiesa fra gli scroscianti applausi dei presenti e da questo momento cambierà il nome in S. Maria della Scala.

Chiesa Santa Maria della Valle "Badiazza"
Villaggio Scala Ritiro, Contrada Badiazza, 98152 Messina ME