

L’Arte di Strada come trasformazione urbana
Distrart è un progetto la cui idea centrale è stata quella di riavvicinare e recuperare il genius loci di Messina, quello del suo secolare rapporto con il mare.
Da non confondere con i “graffiti” vincolati all’uso delle bombolette spray, la “Street Art” che in Italia prende anche il nome di “arte urbana” rappresenta, in sostanza, una sorta di riappropriazione di spazi urbani anche pubblici, spesso per sottrarli al degrado conferendo loro nuova dignità col linguaggio universale dell’arte. Corrente artistica diffusissima ormai in Italia, a Messina ha avuto il suo battesimo quando un nutrito gruppo di artisti ha decorato le 53 pensiline delle fermate della linea tranviaria con soggetti in massima parte legati alla storia della città ma, anche, a temi di attualità: così, fra gli altri, Valeria Cariglia ha reso omaggio alla poetessa messinese Maria Costa; Stellario Di Blasi ha rievocato il mito di Scilla e Cariddi e Roberto Miroddi quello di Arione; Manuela Caruso (MaCa) la storia d’amore dei mitici progenitori di Messina, Mata e Grifone; Maria Rando il mitico Colapesce e Daniele Battaglia ha evidenziato il fenomeno dell’immigrazione. In una parete-pannello realizzata alla fine della scalinata Mons. Bruno alle spalle del Palacultura, Manuela Caruso ha realizzato un gigantesco murales dal titolo “visioni, suggestioni, utopie e distopie del prossimo futuro”.
A Maregrosso, località a sud di Messina, esiste la “Casa Cammarata” da Giovanni Cammarata (1914-2002), detta anche la “Casa del Puparo”. Di essa rimane in piedi solo la facciata, esempio di Street Art in quella che lo stesso Cammarata ribattezzò “Via delle Belle Arti”.
Nell’ambito del progetto “Distrart” del Comune di Messina, un evento di rigenerazione urbana tramite il linguaggio della Street Art, nel 2015 sono state realizzate 5 grandi pitture murali su alcune facciate dei silos ex granai ed ex magazzini generali nella zona di via Campo delle Vettovaglie. SeaCreative, sul prospetto degli ex Magazzini Generali, ha dipinto la figura di “Lillo il marinaio”, nome messinese perché diminutivo di Letterio, che volge le spalle al mare e dopo la sua fatica della giornata torna casa con un pesce sottobraccio. Sulla facciata dei silos ex granai vicino al parcheggio Cavallotti giganteggia “Metamorfosi”, l’opera degli artisti Anc & Poki dove Messina è rappresentata come un enorme paguro con la lanterna cinquecentesca del Montorsoli in sommità. Con l’opera “Mediterranea” Julieta.Xlf, giovane artista spagnola, mette in primo piano in uno sfondo di maioliche policrome una sirenetta azzurra che piange sangue, perché il mare è pieno di sangue. Luca Zamoc raffigura “Giasone e il dragone”, il mito degli Argonauti che passarono dallo Stretto. Infine, NemO’S, propone il tema drammatico delle morti dei migranti in mare, quattro corpi nudi appesi come panni stesi ad asciugare.
Emanuele Poki è un illustratore e street artist catanese. Ha tenuto laboratori di poster art a Palermo e a Ragusa ed ha collaborato con Antonio Anc per IKEA LOVES EARTH (noto brand svedese), la prima Street Art performance in aiuto del pianeta con opere d'arte urbana permanenti. Antonio Anc Barbagallo, anche lui catanese, dipinge con l’ausilio di aerografo, bombolette spray e pennelli, soggetti onirici, ironici e decorativi. Con uno stile fiabesco e orientaleggiante si esprime la street artist valenciana Julia Silla, meglio conosciuta come Julieta XLF. I suoi murales, con un’iconografia spiccatamente infantile con influenze del kawaii giapponese (“carino”, “adorabile”) e del pop psichedelico, solitamente rappresentano bambole. Luca Zamoc (all’anagrafe Luca Zanni), modenese, è illustratore e graphic designer che ha lavorato, in giro per il mondo, tra l’altro per Prada con i murales che hanno fatto da sfondo alla presentazione della collezione Spring Summer 2013/14. NemO’s è un artista bresciano che da tempo è presente anche sulla scena internazionale. SeaCreative è lo pseudonimo del varesino Fabrizio Sarti che si occupa di Street Art, muralismo, performance, lavori su tela e graphic design.
(foto Roberto Principato)