Il Cimitero Monumentale di Messina

Museo en plein air della scultura neoclassica messinese

Il Cimitero Monumentale di Messina

Il Cimitero Monumentale di Messina, inteso anche Gran Camposanto, dopo quello di Staglieno a Genova è il cimitero monumentale più artistico d’Italia con una superficie di ventidue ettari.

Cimitero Monumentale di Messina

La Storia

Nel progettare il Cimitero Monumentale (posto a concorso dal Comune di Messina nel 1853-54, iniziato nel 1865 e ultimato nel 1872) Leone Savoja fu interprete della corrente del Romanticismo a Messina, perché attiene al gusto del romantico la sua sistemazione urbanistica: quella dell’architettura dei giardini. Cultura tipicamente anglosassone ed amore per la natura, per il paesaggio, per gli spazi scenograficamente aperti alla panoramicità, porteranno il Savoja a scegliere non una zona qualunque della città, ma quella zona, l’unica che avrebbe dato risalto al tono celebrativo che voleva. Per la sua inaugurazione si scelse la data del 6 aprile 1872: quel giorno, infatti, Torino aveva restituito ai messinesi le ceneri di Giuseppe La Farina (Messina, 20 luglio 1815 – Torino, 5 settembre 1863) dopo averle custodite sin dal 1863, accanto a quelle di Vincenzo Gioberti e Guglielmo Pepe. Oggi, rappresenta l’unica memoria storica delle notevoli qualità artistiche, stilistiche e formali raggiunte dai nostri scultori ed architetti nel XIX secolo. Il sisma del 1908 prima e la ricostruzione poi, infatti, portarono alla quasi completa eliminazione delle testimonianze artistiche risalenti all’Ottocento.

LO SAPEVI CHE?

Il Cimitero Monumentale ospita una sezione detta “Cimitero degli Inglesi” che, originariamente, sorgeva nella penisola falcata di San Raineri. Dopo il terremoto del 1908, nel 1942, fu trasferito qui spostando 280 sepolture. Una lapide all’ingresso ricorda la visita effettuata il 5 aprile 1925 da re Giorgio V e dalla regina Mary.

L’Architettura

Neoclassicismo della seconda metà dell’800 e Liberty ed Eclettico del Primo Novecento sono le correnti architettoniche che fanno del Cimitero Monumentale di Messina un unicum nel panorama dell’architettura funeraria europea. L’ingresso principale immette nel monumentale parterre dove siepi ed essenze vegetali basse compongono lo stemma civico di Messina, una Croce e la scritta “Orate pro defunctis”. Al centro, in alto, chiude la prospettiva la Cappella dell’Arciconfraternita degli Azzurri, progettata dall’architetto Gregorio Bottari con gli ornati dello scultore Antonino Saccà, entrambi allievi di Leone Savoja. Lateralmente si dipartono due viali simmetrici che conducono al Famedio con imponente colonnato dove si trovano i monumenti a Giuseppe La Farina dello scultore Gregorio Zappalà; a Giuseppe Natoli di Lio Gangeri; a Felice Bisazza di Gaetano Russo; a Silvestro La Farina di Saro Zagari; a Francesco Saya di Giovanni Scarfì. Conclude il percorso in alto il Cenobio, chiesa in stile neogotico dalle eleganti forme, progettato dall’architetto Giacomo Fiore (1808-1893). Nella spianata circostante si trovano pregevoli monumenti sepolcrali, realizzati fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.

Leone Savoja

L’architetto Leone Savoja (Messina, 20 ottobre 1814 – 10 maggio 1885) visse e operò nella città natale dove realizzò, oltre al Cimitero Monumentale, il Palazzo del Priorato dei Cavalieri di Malta del 1877 (poi Prefettura) e la Villa Costarelli nel Casale dell’Annunziata. A 30 anni vinse il concorso per la cattedra di Architettura nell’Università messinese, quindi fu ingegnere capo del Genio Civile. Spesso era chiamato dal Municipio a giudicare i progetti di architettura. Quando gli si presentava un disegno di discreto valore architettonico, dava brevi suggerimenti di modifica e approvava subito. Ma quando doveva esaminare brutti progetti, diventava inflessibile e tagliente nei suoi giudizi. Una volta, in proposito, lo si udì esprimersi così: “Ma sarà dunque vero che questa Messina, a cui la natura fu prodiga di ogni bellezza, dovrà essere deturpata da’ suoi ingegneri? Questa è architettura tartara! […] io non posso approvare fabbricati così mostruosi! […]”. Quindi prendeva il cappello e piantava tutti in asso. Il progetto, poi, veniva lo stesso approvato dagli amministratori e il Savoja, ad arrabbiarsi: “Ma allora perché cotesti signori mi chiamano? Non mi potrebbero lasciare nella mia quiete?”.

Cimitero Monumentale di Messina
Via Catania, 120, 98124 Messina ME