Milazzo-Mylai

Dove pascolavano le “Vacche Sacre” al Sole Iperione di Omero

Milazzo - Myle

Fondata nel 716 a.C. dai Greci di Zancle e dal 36 a.C. proclamata civitas Romana, Mylai-Milazzo fu teatro della più importante battaglia durante l’epopea garibaldina: la battaglia di Milazzo combattuta fra il 17 e il 24 luglio.

Milazzo - Myle

Mylai

Fondata dai greci calcidesi di Zancle (Messina) nel 716 a.C. con il nome di Mylai in riferimento al torrente “melan” (“fiume che occasionalmente esonda”), il sito era comunque frequentato sin dal Neolitico (7.000 – 3.500 a.C.): resti di villaggi capannicoli risalenti all’Età del Bronzo (3.000 – 1.200 a.C.) e del Rame (5.000 – 4.000 a.C.) risultano attestati nella zona di Capo Milazzo e dell’istmo. Le necropoli rinvenute alla base del Castello e sull’istmo, segnano la successione di queste varie epoche storiche. Nel 550 a.C. Mylai si rese indipendente da Zancle e durante la Guerra del Peloponneso, nel 427 a.C., fu assediata dall’ateniese Lachete. Il tiranno siracusano Gerone II la sottrasse ai Mamertini nel 270 a.C. quindi, 10 anni dopo, il mare davanti a Mylai fu teatro della battaglia navale tra Caio Duilio contro i cartaginesi di Annibale Barca. Altra battaglia navale si svolse il 3 settembre del 36 a.C. tra Ottaviano e Sesto Pompeo di fronte al Naulochos, zona di mare compresa tra San Filippo d’Archi ed il torrente Muto, la cui base navale era stata Mylai. Per tal motivo l’imperatore romano le concesse un civico riconoscimento col motto “Aquila mari imposita– Sexto Pompeo superato”.

LO SAPEVI CHE?

Nelle antiche fonti Mylai viene definita “phrourion”, cioè la denominazione con cui venivano chiamati nell’antica Grecia gli avamposti militari, tradotto normalmente con “forte” o “base militare”. Zancle, infatti, la fondò per questo motivo, a controllo del mare e dei due golfi laterali quale suo avamposto.

L’Antiquarium “Domenico Ryolo”

Inaugurato nell’aprile 2010 in un fabbricato cinquecentesco nel cosiddetto “Quartiere degli Spagnoli”, struttura avamposto di accasermamento della guarnigione a difesa della “cittadella fortificata”, l’Antiquarium “Domenico Ryolo”, archeologo per anni ispettore onorario dei Monumenti milazzesi, si sviluppa in 10 sale espositive dove sono esposti numerosi reperti archeologici (n. 1267) rinvenuti nel territorio di Milazzo dalla fine degli anni ’40 ad opera di Luigi Bernabò Brea, Madeleine Cavalier e Domenico Ryolo, proseguita negli anni ’70 da Giuseppe Voza e negli ’80 ad oggi dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina sotto la guida di Gabriella Tigano. Il percorso, accompagnato da pannelli didattici di approfondimento, si snoda attraverso tre grandi sezioni: preistorica e protostorica (5.000 a.C. – X sec. a.C.), greca (fine VIII sec. a.C. – III sec. a.C.) e romano-bizantina (fine III sec. a.C. – VII sec. d.C.). Il Museo espone, tra i tanti oggetti, due doli preistorici (vasi di grandi dimensioni destinati a contenere liquidi); barchette e rematori fittili (III sec. a.C.) rituali da corredo funerario e tutta una serie di vario vasellame compreso tra la fine del V e il III sec. a.C.

Mylai e le “Vacche Sacre” al Sole Iperione

Nel libro XII dell’Odissea viene descritto il mito dei pascoli o stazionamenti delle vacche sacre al Sole Iperione. Si narra che Ulisse e i suoi compagni, dopo essere sfuggiti ai pericoli di Scilla e Cariddi, prendono terra in Sicilia. Mentre Ulisse si allontana per raccogliersi in preghiera in un luogo dell’interno, Euriloco fomenta gli altri convincendoli a rubare le vacche sacre al dio che pascolavano sulla spiaggia caricandole sull’imbarcazione e fuggendo. Giovanni Andrea Massa, ne “La Sicilia in prospettiva” (1709), dà una sua spiegazione al perché i pascoli delle vacche sacre di Iperione siano stati, in antico, localizzati nella piana di Mylai: “La voce Mylas è comune sia al promontorio come alla città […] Timeo, addotto dallo Scoliaste di Apollonio, dice “esser Mylae una penisola della Sicilia, dove avevano i loro pascoli gli armenti del Sole””. Mylai doveva, comunque, essere il luogo di imbarco dei pani metallici prodotti da un’industria siderurgica vicina che prendevano il nome di “vacche splendenti” per il fatto che, per la loro migliore e più agevole trasportabilità, avevano la forma di una pelle bovina stesa, con sporgenze angolari allungate come fossero delle zampe.

(foto Antiquarium “Domenico Ryolo” tratte dal sito istituzionale http://www.regione.sicilia.it/

Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana)

 

Info:

Antiquarium “Domenico Ryolo”

Via Impallomeni 16 - Milazzo

Tel. : 0909223471
Orari ingresso : Chiuso il lunedi, da martedi al sabato ore 09:00/19:00- festivi 09:00/13:00.
Biglietto singolo intero : Gratuito
Biglietto singolo ridotto: Gratuito

Antiquarium di Milazzo
Via G. B Impallomeni, 16, 98057 Milazzo ME