Crono

Il creatore del porto falcato di Messina

Crono

Il porto a forma di falce di Messina, sin dalla sua origine, ha rappresentato per la città l’elemento distintivo e la fonte dei suoi lucrosi commerci via mare, oltre che punto strategico di fondamentale importanza negli eventi bellici. Un porto creato da un dio…

Crono

Crono

Crono o Krònos era un dio figlio di Urano (Cielo) e di Gea (Terra), Titano del Tempo e padre di Zeus e dei primi Olimpi (i dodici dèi principali greci, esseri immortali padroni della vita e della morte dei mortali). E’ identificato come Saturno dai latini e Odino nella mitologia norrena, la religione, cioè, pre-cristiana dei popoli scandinavi. Esiodo, nella “Teogonia”, narra che Gea in unione con Urano genera i Titani Oceano, Iperione, Ceo, Crio, Giapeto e Crono e delle Titanidi Febe, Teti, Rea, Temi, Mnemosine e Teia. L ’unione di Gea e Urano genera, successivamente, i tre Ciclopi Bronte, Sterope e Arge e i Centimani o Ecatonchiri ("che hanno cento mani"), Cotto, Briareo e Gige, ognuno con cento braccia e cinquanta teste che sputavano fuoco. Poi, per paura di essere da loro spodestato o forse a causa della loro mostruosità, Urano incatenò i Ciclopi e appena nascevano li gettava nel Tartaro, il ventre di Gea, impedendo loro di venire alla luce. Indignata da ciò, Gea diede a Crono una falce da lei costruita con la quale, per punizione, evirò il padre Urano. I Titani riportarono alla luce i fratelli, Crono fu re e grazie a lui gli uomini passarono dallo stato selvaggio alla civiltà.

LO SAPEVI CHE?

A Saturno o Crono sono dedicati i monti Peloritani (Saturnii) e la tomba di Saturno, secondo altra tradizione, è celata nelle viscere di Monte Scuderi.

Crono-Saturno uccide e mangia i suoi figli

Ottenuto il dominio Crono si unì con Rea dalla quale ebbe i figli Istie, Demetra, Era, Ade ed Ennosigeo (“scuotitore della terra”) o Poseidone-Nettuno. Così come aveva fatto il padre, ma in maniera più truculenta, Crono eliminò i suoi figli perché un oracolo gli aveva predetto che uno di loro lo avrebbe spodestato. Per impedire ciò, ed essendo loro immortali, appena nati li mangiava. La moglie Rea, incinta di Zeus, per salvare il nascituro dall’orribile morte, partorì di nascosto a Lycto (Creta) e a Crono consegnò al suo posto una pietra avvolta in fasce che divorò subito credendo fosse l’ultimogenito. Alla fine, crescendo, Zeus sconfiggerà il padre Crono lottando contro di lui e gli altri Titani (Titanomachia) e gli farà vomitare gli altri figli che aveva divorato, libererà quindi dalle catene i tre Ciclopi che egli aveva incatenato e che grati di ciò, gli consegneranno i fulmini e la folgore. Per la mitologia, così, Crono diventerà il simbolo del tempo che trascorre e divora tutto portando alla morte, oltre che diventare quella che prende il nome di "sindrome di Crono", la patologia psichica del padre che uccide i propri figli.

Crono e le origini di Messina

Strettamente legato alle origini di Messina è il mito di Crono, portato in città dai primi coloni greci nell’VIII secolo a.C. per dare una spiegazione alla forma del suo porto naturale che già i Siculi chiamavano “falce”. Paolo Orsi, durante gli scavi archeologici del 1929 presso la penisola falcata di San Raineri, scoprì del vasellame e avanzò l’ipotesi dell’esistenza di un tempio, forse dedicato a Crono. Secondo l’antica tradizione Crono formò il porto della città che si chiamò Zancle, a ricordo della falce che il Dio portava sempre con sé. Dopo aver evirato con un falcetto di selce il padre Urano per succedergli nel mondo, la falce parricida venne da Crono gettata in mare e fu così che ebbe origine il porto di Messina. In una dracma d’argento prima emissione di Zancle (525 – 494 a.C.), al recto c’è il nome “Dankle” che in lingua osca significa Zancle= Falce, enfatizzata dalla presenza del delfino che con la sua forma arcuata evoca la curvatura della falce portuale. Nel proemio agli Aitia di Callimaco la Musa Clio, riferisce che i fondatori di Zancle edificarono torri nella zona falcata “[…] lì infatti il falcetto con qui quegli recise il membro del padre è nascosto in una tana sotterranea”. 

Messina