Il Mito a Messina
Nello Stretto di Messina, sin da tempi antichissimi, era viva la memoria del gigante cacciatore Orione che aveva formato il promontorio di Capo Peloro ed innalzato un tempio al dio del mare, il padre Poseidone. Orione è personaggio greco, giunto in Sicilia con i fondatori di Zancle nel 1270 a.C. e venuto a Messina per sgominare i pirati che infestavano lo Stretto, chiamato dal re sicano Zanclo al quale era giunta fama delle sue grandi doti. Secondo alcuni la testimonianza di tale culto si trova solo nei didrammi e tetradrammi di Messana, dei primi decenni del V sec. a.C. che hanno il tipo della lepre corrente. La lepre corrente, dunque, era il simbolo di Orione, il cui culto Anassila fece passare nelle monete (le “Messenion”, 490-482 a.C.). Tra le altre imprese, Diodoro di Sicilia racconta che fu il costruttore o meglio il restauratore del porto falcato nonché fondatore primigenio della città. Per tale motivo il Senato messinese commissionò allo scultore toscano Giovan Angelo Montorsoli (1507-1563), allievo di Michelangelo Buonarroti, la Fontana Orione che sorge in piazza Duomo e da lui ultimata nel 1553, coadiuvato nella scelta del soggetto dallo scienziato messinese Francesco Maurolico autore anche delle epigrafi latine.