Il castello di Montalbano Elicona

Palazzo Reale di Federico II d’Aragona

Il castello di Montalbano Elicona - il fortilizio

A 907 m.s.l.m. e, quindi, in rilevante posizione strategica, Montalbano Elicona raggiunse il suo massimo splendore con l’arrivo di Federico II (detto anche III) d’Aragona re di Sicilia che vi stabilisce la sua residenza (1302-1308) fortificando il castello e circondando di nuove mura il borgo. La città diviene un importante centro culturale-politico-religioso, che gravita attorno alla figura di Arnaldo da Villanova medico e scrittore di opere a tema religioso in catalano e personaggio la cui vita e le cui opere sono ancora oggi circondate da un alone di mistero.

Il museo delle armi bianche medievali al castello di Montalbano Elicona

La Storia

Preesistente fortilizio arabo-bizantino, nell’ XI – XII secolo vi fu il primo incastellamento con torre di guardia e cinta protettiva a dominio dell’abitato. In epoca normanna è infatti attestato dal geografo arabo Al Idrisi nel “libro di Ruggero” (1154). Nel sec. XIII Federico II di Svevia ricostruì il castello e, in particolare, lo potenziò con l’edificazione di una torre pentagonale rivolta a nord e un recinto quadrangolare a base della rocca. Gli interventi, coordinati dall’architetto di corte Riccardo da Lentini preposto alla costruzione dei castelli, rientravano nel più ampio piano dei cosiddetti Castra exempta, un elenco dei castelli demaniali del Regno di Sicilia che l'imperatore Federico II, con suo decreto del 5 ottobre 1239 emanato a Milano, ritenne di gestire direttamente dalla propria Curia. Questa muraglia, che con gli aragonesi diverrà muro di facciata del castello-palazzo, doveva assicurare la massima protezione con una serrata sequenza di 46 feritoie o saettiere alte più di 2 metri e larghe 7 o 8 centimetri e con un raggio d'esplorazione di oltre 270 gradi. Nel 1302-8, il castello divenne Regiae Aedes (Palazzo Reale) di Federico III d’Aragona che fece aprire nelle pareti 18 grandi finestre al di sopra delle feritoie sveve.

LO SAPEVI CHE?

Nelle sale del castello sono ubicati e visitabili due Musei permanenti, il Museo didattico delle armi bianche medievali e il Museo didattico degli strumenti musicali antichi. Fra le armi bianche in mostra, lance, alabarde e stemmi araldici ma anche preziosi costumi regali aragonesi. Le armi, esposte in apposite rastrelliere, coprono un arco di tempo che va da XIII al XVII secolo. Gli strumenti musicali medievali abbracciano cinque secoli di musica dall’XI al XV secolo.

L’Architettura

Il Castello di Montalbano si compone del “Palazzo Reale”, trasformazione voluta da Federico II d’Aragona della cortina muraria sveva a sud, ad est e a nord; della Cappella Palatina e del fortilizio più antico dominante su una roccia, con la torre quadrata, il baglio centrale e la torre pentagonale terminale. La difesa del Castello è costituita da alte cortine murate, il cui spessore doveva contrastare l'azione delle macchine atte a battere le mura. La sommità della cortina si conclude nelle merlature che davano la possibilità ai difensori di colpire il nemico e di ripararsi dai suoi colpi. Ai riti religiosi e alle messe era adibita la Cappella Palatina della SS. Trinità, identificabile come “trichora” o “cuba” di epoca bizantina. Nella volta ottagonale i colori dei resti di affreschi rimandano al rosso dell’imperatore, al giallo oro di Dio e al celeste del popolo che agogna al divino. Il numero 8 fu importante per il suo significato religioso, come si rileva nelle parole di Sant’Ambrogio nel IV secolo: “[…] era giusto che l’aula del Sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza quando, all’alba dell’ottavo giorno, Cristo risorse dalla morte”.   

Arnaldo da Villanova

All’interno della Cappella Palatina si trova il sarcofago monolitico con le spoglie di Arnaldo da Villanova, riportate in Sicilia da Genova dove era morto durante un viaggio in mare. Arnaldo da Villanova, nato a Valencia nel 1240, intraprese gli studi classici presso Aix-en-Provence e a Parigi si laureò in medicina verso il 1270. Qui ebbe la possibilità di seguire i corsi di Alberto Magno e in tale occasione nacque il suo interesse per l'alchimia. Venuto in Italia, seppe farsi apprezzare come medico da papa Bonifacio VIII e si racconta che proprio davanti a lui compì una delle sue prime trasmutazioni pubbliche, ottenendo verghe d'oro purissimo. Nel 1305 l'Inquisizione nei territori della Catalogna proibì la lettura dei suoi libri che spaziavano dalla medicina all'astrologia, dalla teologia all'alchimia. In Sicilia, alla corte di Federico II d’Aragona e per suo conto svolse numerosi incarichi e missioni diplomatiche e fu durante uno di questi viaggi verso Avignone che Arnaldo morì in mare presso Genova, nel 1312 o nel 1313. Subito dopo la morte si erano perse le tracce del corpo e fu nel 1969 che, scavando al centro della cappella del Castello di Montalbano dove aveva soggiornato più volte, venne ritrovato il sepolcro in pietra.  

 

Foto di Rosy Schiavo e Domenico Paternostro

Il castello di Montalbano Elicona
Via Castello 35, 98065, Montalbano Elicona, ME