Montalbano Elicona

Borgo medievale dove il tempo si è fermato

Montalbano Elicona - Centro storico

A 907 m.s.l.m., Montalbano Elicona deriva il suo nome dalle parole latine mons albus ("monte bianco"), con riferimento ai monti innevati o all'antico nome del monte su cui fu realizzato un castello per volere di Federico II d’Aragona. L'appellativo Elicona risale, invece, alla colonizzazione greca (VIII-VII secolo a.C.) 

Altare Maggiore Duomo San Nicola

La Storia

Le prime notizie del borgo risalgono al IX secolo con la conquista bizantina. A metà del XII secolo i Normanni, dopo aver sconfitto gli arabi, riorganizzano il territorio con torri e fortificazioni. È nel 1150 che si ha la prima testimonianza documentata dell’abitato dal geografo arabo Edrisi (o Al-Idrisi) nel suo “Libro di Re Ruggero”. Federico II di Svevia, nel 1211, concede la rocca in dote alla moglie Costanza d’Aragona ma nel 1233 il borgo si ribella all’imperatore, viene distrutto e gli abitanti deportati ad Augusta, Palermo ed Agrigento. Con re Manfredi, nel 1262, la cittadina è elevata al rango di contea e raggiunge il massimo splendore con Federico II d’Aragona che vi stabilisce la sua residenza, (1302-1308). Dal 1400 in poi il borgo è conteso fra demanialità e feudalità e per secoli si alternano i domini dei Romano-Colonna di Cesarò e Bonanno di Canicattì. Nel 1623 la baronia è eretta a ducato da Filippo III re di Spagna e il duca Giacomo Bonanno Colonna avvia un grande progetto di trasformazione urbana. Le condizioni igieniche migliorano e si riedificano la Chiesa Madre e il Convento di San Domenico. Il dominio dei Bonanno termina nel 1805, quando per i debiti contratti il ducato viene ceduto alla Compagnia di Gesù, fino all’Unità d’Italia.

LO SAPEVI CHE?

Montalbano Elicona ha avuto assegnato il titolo di Borgo dei borghi, quale borgo più bello d’Italia nel 2015. Il riconoscimento è stato attribuito nel corso della trasmissione di Rai Tre Alle falde del Kilimangiaro. Montalbano Elicona ha vinto la competizione che ha messo in gara prima 40 e poi 20 realtà locali, con l’eliminazione diretta decretata dal televoto degli spettatori.  

Il Duomo di San Nicola

Iniziato ad edificare nel IX-X secolo ad unica navata e con diverso orientamento, nel 1210 sotto Federico II di Svevia nasce la nuova chiesa su quella antica. La prima documentazione scritta sul Duomo si ha nel primo decennio del XIV secolo nelle Rationes Decimarum di quel periodo. Nel 1646 viene ricostruito e ingrandito affiancando alla navata centrale le due navate laterali con modifica dell'orientamento e nel 1665-1673 si realizza il campanile. Papa Giovanni Paolo II, nel 1997, lo eleva a Basilica Minore. All’interno conserva importanti opere d’arte, fra i quali i dipinti raffiguranti la Vergine con Bambino e Santi; la Trinità con Santa Lucia, San Vito e Santa Rosalia; la Vergine col Bambino, Santi e Anime Purganti: Notevole un Crocifisso ligneo dell’inizio del XVI secolo attribuito alla bottega siciliana di Giovannello de li Matinati. Sull’altare maggiore in legno dorato (1720) con la tela dell’Assunzione (1670), in alto è il dipinto attribuito alla scuola di Guido Reni (Bologna 1575-1642) raffigurante l’Ultima Cena. Di grande pregio, infine, il monumento del Santo Patrono Nicola in trono di Giacomo Gagini (1587) e il Ciborio marmoreo di stile gaginesco (sec. XVI) che reca due angeli ai lati del tabernacolo, bassorilievi inseriti in una prospettiva architettonica. 

Il Patrimonio artistico e architettonico

Partendo dalla piazza principale dove sorge la chiesa di S. Domenico (sec. XVII) e percorrendo in salita il Corso Principe Umberto, si incontra Palazzo Aloisio, Casa-Museo di abitazione signorile dei primi anni del Novecento. Proseguendo su via Mastropaolo, a destra, si ammira il bel portale di casa Ballarino Luraschi, opera del lapicida napoletano Irardi (XVII secolo). Girando immediatamente a sinistra, su una piazzetta si erge la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (1344). Dal bel portale romanico, conserva la statua della santa titolare di scuola gaginiana (1510). Costeggiando il castello in direzione del Duomo di San Nicola, di fronte è visitabile il Museo Storico Fotografico “Eugenio Belfiore”, una collezione di oltre 200 foto d’epoca relative a Montalbano Elicona. Proseguendo si perviene a Palazzo Todaro (inizi del Novecento) e nelle vicinanze, dal Belvedere Portello, si ammira un panorama mozzafiato che abbraccia i monti Nebrodi e l’arcipelago delle Eolie. Tornando in via Mastropaolo, alle spalle del Duomo, pregevole è il portale di casa Miligi-Faranda (sec. XVIII) del lapicida locale Bongiovanni. Da visitare anche la chiesa dello Spirito Santo (1310) nel quartiere Matrice, con il bel portale romanico d’ingresso.

Montalbano Elicona
Montalbano Elicona, 98065, ME