Location di alcune riprese di un Film di enorme successo
In Italia la pellicola incassò circa 10 miliardi di lire (oltre 58 milioni di euro) e dalla sua prima uscita nel 1972, ad oggi, in tutto il mondo ha incassato 1.144.234.000 di dollari.
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Mario Puzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1969, che ne curò la sceneggiatura insieme al regista Francis Ford Coppola, Il Padrino (The Godfather) è un film del 1972 interpretato da Marlon Brando con Al Pacino, James Caan, Robert Duvall, Sterling Hayden, John Marley, Richard Conte, Diane Keaton, Saro Urzì, con l’indimenticabile colonna sonora di Nino Rota. Ambientato a New York tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50, è la saga criminale di una fra le più potenti famiglie mafiose di origine sicula in America il cui capo e protagonista del Film è don Vito Corleone (Marlon Brando), uomo con un suo codice d’onore che lo rende generoso con gli amici e implacabile con i nemici. Costruisce il suo impero nel gioco d'azzardo illegale e nella prostituzione coinvolgendo i figli e quando don Vito muore, il figlio Michael (Al Pacino) ne prende il posto e diventa il nuovo “Padrino”. La prima avvenne negli Stati Uniti, il 15 marzo 1972, col titolo The Godfather e in America incassò in totale la cifra record di oltre 135 milioni di dollari, fu premiato con tre Oscar ed ebbe due sequel, Il Padrino – Parte II (1974) e Il Padrino – Parte III (1990).
Le scene ambientate a Corleone furono girate in provincia di Messina, a Forza d’Agrò, Savoca e Motta Camastra, location scelte dal pittore Gianni Pennisi di Floristella che curò anche l'insegnamento della dizione siciliana ad alcuni attori non doppiati.
Il Bar Vitelli, ancor prima della celebrità per le scene de “Il Padrino” girate nel locale quando ancora non si chiamava Vitelli, era noto per la prelibata granita al limone con le “zuccarate”, tipici biscotti locali, e per la proprietaria, l’arzilla Maria D’Arrigo, meglio nota come “’a signurina Maria”. Nel film, dopo aver ucciso un trafficante di droga di una famiglia rivale, Michael Corleone fugge in Sicilia e a Corleone (Savoca) conosce e sposa la figlia del sig. Vitelli (Saro Urzì) proprietario del bar, Apollonia (Simonetta Stefanelli), che morirà dopo poco in un attentato con un’autobomba. Il Bar è al piano terra di Palazzo Trimarchi, edificio nobiliare a due elevazioni in stile neoclassico in Piazza Fossìa, nel quartiere di Savoca vicino al Municipio. Presenta tre eleganti balconcini con mensole in pietra intagliata e due portali (sempre in pietra) finemente lavorati. Venne edificato tra la fine del Seicento ed i primi del Settecento dalla facoltosa famiglia dei Trimarchi, come loro residenza, e, sempre da questi, venne restaurato nel 1773. Durante la seconda metà del Novecento, disabitato dai proprietari, il primo piano è stato sede della scuola media e della direzione didattica.
Francis Ford Coppola e Mario Puzo, autore dell’omonimo libro, per le riprese in Sicilia pensarono in un primo tempo a Corleone in provincia di Palermo ma la cittadina, nel 1971, era troppo moderna e non rispondeva ai requisiti richiesti di un paese siculo come doveva essere negli anni Quaranta del dopoguerra. Giunti in Sicilia, regista e troupe alloggiarono in un albergo a Taormina e in quell’occasione vennero in contatto col barone di Floristella Gianni Pennisi, affermato pittore a livello internazionale. Originario di Acireale e appartenente ad una delle più importanti famiglie nobili siciliane (il nonno, barone Salvatore Pennisi, fu grande numismatico), Gianni Pennisi era tenuto in grande considerazione nell’ambiente del cinema e indicò, per le scene del primo incontro di Michael Corleone con Apollonia Vitelli e successivo matrimonio, proprio il Borgo di Savoca che possedeva appieno tutte le caratteristiche richieste dalla sceneggiatura. Ad un primo sopralluogo, Francis Ford Coppola ne fu entusiasta e così il bar della “signorina Maria”, per esigenze di copione, fu trasformato nel Bar Vitelli con tanto di insegna dipinta sull’arco del portale e fu anche la fortuna turistica per Savoca.
(Foto di Roberto Principato)