

Lungo l’antica via Consolare Pompea
Fatta realizzare da Sesto Pompeo nel I sec. a. C., la via Consolare Pompea fu sede di templi pagani eretti in epoca greca: il Tempio di Diana nel Casale di Pace e il Tempio di Nettuno nella zona dei Laghi di Ganzirri.
Il nome dell’antico Casale marinaro deriva da una villa detta del “Paradiso”, esistente nella zona nel sec. XVI e appartenuta alla famiglia Marquett. Il gesuita messinese Placido Samperi, nella sua “Iconologia” del 1644, ricordava la villa con annesso parco del cavaliere Don Raimondo Marquett (figlio del primo costruttore, Don Tommaso) con “[…] copiose fontane, artificiose spalliere di mortine, di gelsomini, di limoni, di arangi e per l’abbondanza di ottimi frutti […]”. Dell’antico agglomerato rimane quello suggestivo dei pescatori noto come “Case Basse di Paradiso”, di aspetto ottocentesco e dove si trova la Casa-Museo “Maria Costa”, e il tratto in corrispondenza dell’antico tracciato fra due file di case in gran parte dell’epoca. Nel Casale si conservano ancora la Casa Mirone, residenza signorile di tipologia ottocentesca con un grande parco e il Villino Consiglio in stile neogotico. Di particolare pregio è Villa Fog della famiglia di origine danese attiva a Messina nel settore dell’esportazione di derivati agrumari e vari prodotti agricoli tra i secoli XIX e XX. La villa è costituita da un massiccio edificio a due elevazioni fuori terra e rappresenta un emblematico esempio di architettura neoclassica tardo-ottocentesca (1880) ripresa, nei motivi decorativi post-floreali, agli inizi del Novecento (1915).
L’antico nucleo è composto da una serie continua di antiche case, in gran parte conservate e di aspetto ottocentesco, lungo la strada. Poco più in alto sorge la Chiesetta della Madonna di Contemplazione. Di epoca settecentesca, un’iscrizione del 1875 sulla porta ricorda l’esecuzione di interventi di restauro.
Densamente abitato nell’Ottocento per via della presenza di un funzionale approdo, il Casale si distingue per le numerose ville signorili. Nell’antichità classica, sul breve promontorio proteso verso il mare in località “Grotta”, svettava un famosissimo tempio pagano dedicato a Diana dea della caccia: oggi vi sorge la ricostruita Chiesa della Madonna delle Grazie, intesa comunemente di Santa Maria della Grotta. Edificata a partire del 1621 su progetto dell’architetto messinese Simone Gullì, fu distrutta dal sisma del 1908 e ricostruita, rispettando le antiche forme, nel 1924 su progetto dell’ing. Guido Viola. Proseguendo verso nord, interessante è il Fortino nell’omonima Contrada, struttura militare probabilmente edificata nel 1798 a protezione dell’approdo di Pace contro eventuali sbarchi dei Francesi. Davanti al Fortino, lato mare, verso la fine del 1957 vennero sistemati due cannoni datati rispettivamente 1789 e 1791, che si trovavano in mare a ridosso della spiaggia di Fortino e vennero portati alla luce nel 1952 durante i lavori di sistemazione della via Consolare Pompea. Particolarmente importanti sono la Villa Florio (1909-13), la Villa Cardillo attribuita a Francesco Valenti (primo Novecento), la Villa Savoja e la Villa Bosurgi, già Sanderson ed oggi Pace, il cui primo nucleo venne edificato nel 1853 da Robert Sanderson, figlio di William che a Messina aveva fondato una delle più antiche ditte agrumarie del mondo. Ricostruita in parte dopo il sisma del 1908, acquistata dall’industriale dei derivati agrumari Giuseppe Bosurgi nel 1921, è stata recentemente acquisita dall’Università di Messina che l’ha restaurata e adibita ad attività culturali.
Il Casale nasce quando nel 1126 due soldati dell’esercito bizantino, Gisliberto e Gaselmo, riportarono in Italia i corpi di S. Lucia e S. Agata che erano stati trafugati, intorno al 1040, dal generale bizantino Maniace. Il corpo di S. Agata venne concesso ad alcuni pellegrini siciliani che, attraversato lo Stretto di Messina, lo sbarcano a terra nella località alla quale, dopo quell’avvenimento epocale, fu dato il nome della Martire catanese. La Chiesa di S. Agata conserva un dipinto della Natività (sec. XVIII) e sorge al centro dell’agglomerato urbano. Fra le ville sparse lungo la via Consolare Pompea, notevoli sono Villa Garnier in stile Liberty; Villa Martines (1911) caratterizzata da uno scenografico fregio in ceramica gialla con festoni floreali e volo di rondini; Villa Basile e Villa Flachi del primo Novecento.
Il Casale è celebre per i due Laghi, il Lago Grande o Pantano Grande (il Lago di Ganzirri) adiacente e collegato al Lago Piccolo o Pantano Piccolo (il Lago di Torre Faro) per mezzo del canale Margi. Luogo privilegiato di villeggiatura e rinomato per la molluschicultura che si pratica nel Lago Piccolo, tutta l’area è stata inserita nella Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro. L’abitato di Ganzirri si caratterizza per gli stretti vicoli e per le case basse, tipiche di un Borgo marinaro.
(Foto Roberto Principato)