La Chiesa di S. Francesco di Paola a Messina

Antica devozione al Santo calabrese

La Chiesa di S. Francesco di Paola a Messina

In un sito prossimo al mare, il tempio dedicato all’umile e miracoloso santo racconta ancora oggi di un evento che segnò profondamente la storia di Messina.

La Storia

La fondazione del tempio è collegata all’episodio dell’attraversamento prodigioso dello Stretto da parte di San Francesco di Paola (1416 – 1507) sul suo mantello nel 1464, edificato al posto della chiesa del Santo Sepolcro esistente nella zona dello sbarco. Nel 1503, il santo mandava a Messina Fra Pietro dell’Ordine dei Minimi che fondava, il 30 giugno di quell’anno, il primo Convento Paolino in Sicilia con annessa chiesa. La chiesa fu poi rifatta e notevolmente ampliata a tre navate con il tetto a cassettoni. Nel 1866, con la soppressione delle corporazioni religiose, il convento veniva destinato a caserma dei carabinieri e nel terremoto del 1908 crollava in buona parte insieme alla chiesa. In quest’ultima si custodivano numerose opere d’arte fra le quali una superba tavola raffigurante S. Francesco che contempla la Vergine col Bambino, S. Giovanni e altre figure, opera del pittore messinese Alfonso Franco (1520); S. Giuseppe con la Vergine, S. Francesco di Paola, l’Arcangelo S. Michele e la Vergine del Soccorso (1664), dipinti del messinese Onofrio Gabriello di cui erano anche i quadroni ad olio della volta; l’Immacolata di Letterio Paladino e una Resurrezione di Stefano Giordano.

LO SAPEVI CHE?

Una preziosa testimonianza della particolare devozione dei messinesi verso San Francesco di Paola è costituita dalla pregevole colonnina crocifera cinquecentesca che sorge in una piazzetta di via Istria, nelle immediate vicinanze della chiesa.  La croce terminale reca scolpita a bassorilievo la figura del Crocefisso nella faccia che prospetta sulla strada e la figura di San Francesco di Paola col bastone da pellegrino, sempre a bassorilievo, in quella opposta.

L’Architettura, i dipinti e le altre opere

Chiesa e convento crollarono nel 1908 e solo la chiesa fu ricostruita quasi sullo stesso sito nel 1930, con la facciata principale rivolta in via Istria e ospitante la Parrocchia di Santa Maria dell’Arco. In stile gotico eclettico, la chiesa venne progettata dal sacerdote ing. calabrese Carmelo Umberto Angiolini che a Messina aveva progettato altre chiese, San Domenico, San Giacomo, San Giuliano, San Luca e Santi Pietro e Paolo dei Pisani. Nella navata laterale sinistra, sul primo altare, è collocata una statua dell’Immacolata, e, in quello successivo, un Crocifisso ligneo (sec. XVIII). L’altare del ‘700 fu recuperato dalle macerie della chiesa e qui ricollocato; ai lati del paliotto spiccano due stemmi araldici nobiliari in marmo bianco. L’altare maggiore in marmo policromo intarsiato (sec. XVIII) è concluso nella parte sommitale del timpano semicircolare spezzato da un fastigio inquadrato da volute e contenente un’oleografia ottocentesca con l’Ambasceria della Madonna della Lettera e custodisce il dipinto di Santa Maria dell’Arco. Nell’abside destra si trova la statua lignea di S. Francesco di Paola, di pregevole fattura e realistico effetto, opera di Ursino Mari del 1712.

Il prodigioso attraversamento dello Stretto

È il 1464. Francesco è in cammino lungo la costa calabrese, umile, povero e cencioso frate dalla barba candida e fluente, santo di paese e di miracoli paesani in una civiltà emarginata dal potere e dalla cultura. È stato chiamato da autorevoli personaggi di Milazzo, di Messina e di tutta la costa e si è messo in viaggio senza portare niente con sé, facendo affidamento esclusivamente sulla carità del prossimo. Giunge a Catona, sulla riva dello Stretto di Messina dove attraccato sta un veliero carico di legname, pronto a partire verso l’altra costa. Francesco si avvicina al proprietario, Pietro Coloso, e gli chiede un passaggio. Il Coloso pretende denaro e l’eremita non possiede altro che povertà. Vista inutile la trattativa, Francesco si toglie il mantello e lo stende sull’acqua incendiata dal sole che tramonta, appendendone un capo al bastone da pellegrino. In un attimo il mantello diventa imbarcazione e vela allo stesso tempo e il “buon uomo calabrese”, come lo si chiamava, traversa così lo Stretto assieme a due confratelli. Pietro Coloso rimane solo con la sua grettezza: da questo momento lo vedranno aggirarsi in pianto lungo le spiagge del grande avvenimento, sino alla fine dei suoi giorni.

Chiesa di San Francesco di Paola
Via Istria, 2, 98121 Messina ME