L’Albero di Garibaldi

Il Platano che vide l’Eroe dei Due Mondi

 L’Albero di Garibaldi - Messina

Sorge sulla sede stradale di via Brasile, un’arteria che collega il viale Regina Elena, a monte, col viale della Libertà, a mare. Oggi è una strada ma prima del sisma del 1908 era parte del lussureggiante giardino di Villa Laudamo.    

L’Albero di Garibaldi

Giuseppe Garibaldi a Messina

27 luglio 1860, venerdì. Giuseppe Garibaldi è sulle alture dei Colli Sarrizzo. Procede lungo la “Strada Nuova” (attuale via Palermo) e verso le tre pomeridiane giunge a Messina da Porta San leone, seguito da Nino Bixio e dal figlio Menotti con una divisione. Il Generale è con Giuseppe Sirtori, su una carrozza messa a disposizione dal barone Gioacchino Calcagno Pisano. Fra i primi ad andargli incontro è “Cammaroto”, un popolano destinato a diventare in futuro lo zimbello di tutti per le pubbliche invettive e le catastrofiche predizioni, frutto della sua mente sconvolta dalle grandi disgrazie familiari. Garibaldi gli rivolge parole cortesi e gli trasmette, involontariamente, una struggente nostalgia garibaldina che metterà in pratica con un fazzoletto rosso attorno al collo, cascante annodato sul torace che “Cammaroto” non toglierà più. L’entusiasmo del popolo è incontenibile: vengono staccati i cavalli della carrozza e Garibaldi viene condotto in trionfo per la città in festa fino al Palazzo del Gran Priorato di S. Giovanni di Malta. Acclamato dalla folla, il Generale si deve mostrare al popolo più volte dal balcone che guarda verso la villa “Flora”, oggi Villa Mazzini.

LO SAPEVI CHE?

L’attuale via Giuseppe Garibaldi, una delle strade principali di Messina, in origine si chiamava Strada Ferdinanda in onore di Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie. Cambiò nome subito dopo il passaggio dell’Eroe garibaldino.

Villa Laudamo e l’”Albero di Garibaldi”

I messinesi, da sempre, l’hanno chiamato l’”Abbirazzu” e anche l’”Albero di Garibaldi”, i più senza sapere il perché di questa denominazione. È un platano ultracentenario che sorge imponente e maestoso sulla sede stradale di via Brasile, un tempo facente parte di un grande parco arboreo annesso all’ottocentesca Villa dei Laudamo. Oggi è considerato il simbolo dell’antico Borgo del “Ringo”, quartiere dei pescatori. Per capire il perché di questa denominazione bisogna andare indietro nel tempo, al 6 agosto 1860 quando Garibaldi, dal balcone della Filanda Eaton a Porto Salvo, pronuncia un discorso di commiato rivolto ai messinesi. “Accettate, generosi, la destra – dice fra l’altro Garibaldi - che non ha mai servito un tiranno, ma che si è incallita al servizio del popolo… A voi chiedo di far l’Italia, senza l’eccidio dei suoi figli, e con voi di servirla, o di morir per essa.”. Finito il discorso, il Generale si reca alla vicina Villa Laudamo dov’è stato preparato un ricevimento in suo onore. Ammira il monumentale platano, l’albero ammira lui…Poi giunge il terremoto del 28 dicembre 1908, distrugge la villa ma l’albero è ancora lì, a testimoniare la Storia. 

L’antico Borgo del “Ringo”

Tra il Cinquecento e il Seicento il “Ringo”, il cui toponimo è la memoria dei cavalieri che nei pubblici tornei uscivano in quei luoghi, appunto per “arringarsi”, venne identificato come una strada in terra battuta che aveva origine dalla marina di San Francesco di Paola, ma, come borgo, fino al 1606 non aveva una sua ben precisa fisionomia urbana. Solo nella prima metà del Seicento inizia a diventare un aggregato urbano in grado di condurre propria vita autonoma, e, tra il 1598 e il 1604, si edifica la chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio che rappresenterà il centro religioso del borgo marinaro. Alla fine del Seicento il “Ringo” si caratterizza per i bei palazzi nobiliari e la continua teoria di case che fanno da scenografico anfiteatro all’amena riviera. Nel secolo successivo la contrada è già una ben definita entità urbana che, in una sorta di conurbazione, salda i due capisaldi dello sviluppo: il convento di San Francesco di Paola e il Monastero del S. Salvatore dei Greci (sulla cui area sorge oggi il Museo Regionale). Agli inizi dell’Ottocento il “Ringo” è a tutti gli effetti un borgo di Messina e sede privilegiata di sontuose ville come la Mazzarino, la Costarelli e, appunto, la Laudamo.

Albero di Garibaldi
Via Brasile, 98121 Messina ME