

Imponente Monumento di Arte e di Fede
La Storia
Fu edificato nel XV secolo, come testimoniato dalla controfacciata interna dov’è murata l'arcata absidale a sesto acuto dell'edificio quattrocentesco, originariamente orientato in senso inverso rispetto alla costruzione seicentesca e cioè verso est secondo i dettami liturgici dell’epoca. Dedicato a Santa Maria Assunta, venne ricostruito tra la fine del XVII e l'inizio XVIII secolo sul modello della Cattedrale di Messina a pianta basilicale e a tre navate. I lavori riguardanti il ribaltamento dell'asse abside - prospetto si collocano a ridosso di due disastrosi terremoti: quello del 25 agosto 1613 e quello del 27 marzo 1638. Dopo il terremoto del Val di Noto del 1693 i lavori di restauro assumono connotazioni formali e contaminazioni di stile tardo barocco. La chiesa subisce le gravissime offese del terremoto di Messina del 1908 che comportano la ricostruzione del nuovo corpo absidale e del transetto che sono completamente riedificati. Il 24 agosto 1932 avviene la consacrazione del tempio ricostruito, rito presieduto dal delegato Luigi Bensaja in rappresentanza dell'arcivescovo e archimandrita di Messina Mons. Angelo Paino.
La facciata è caratterizzata da un bel Portale marmoreo recante l'iscrizione "MONSTRA TE ESSE MATREM MDCCXXV" (1725) (“Dimostra d’esser madre”, dal canto “Ave Maris Stella”). Sopra una targa con la data MDCCLXXVI (1776), in alto al centro, la nicchia con volta a conchiglia ospita la statua della Vergine su un basamento d'angeli alati. Nel prospetto est si apre un Portale marmoreo dove sopra l'elaborato cornicione è una targa posta sotto il regno di Filippo IV di Spagna MDCXXVIII (1628). Una nicchia sommitale custodisce una Vergine Coronata orante identificabile con l'Immacolata Concezione. Accanto sulla destra, la targa marmorea del 1639 di Filippo IV di Spagna elogiante i Giurati Castrensi, sormontata da tre aquile marmoree. Le laterali sono degli Aragona di Sicilia e quella centrale reca lo stemma in uso dal 1580 fino al 1700 nel Regno di Spagna, in questo caso riferito a Filippo IV. Gli stemmi interni si riferiscono alle regioni sotto l’influenza iberica. Sul tutto spicca il collare dell’Ordine del Toson d’Oro, istituito il 10 gennaio 1429 da Filippo III di Borgogna a Bruges con il compito di diffondere la religione cattolica e poi passato alla Casa Asburgo.
Sul seicentesco pavimento marmoreo è tracciata una tra le meridiane delle 8 esistenti in Sicilia, l'unica funzionante della provincia di Messina realizzata nel 1854 da Nicola Perroni Basquez, docente di lettere classiche appassionato di astronomia. La linea meridiana parte dalla seconda colonna della navata sinistra entrando dall'ingresso principale e corre trasversalmente lungo il pavimento fino a interessare la mezzeria della navata centrale.
Custodisce pregevoli e importanti opere d’arte fra le quali i dipinti le Anime Purganti, opera attribuita a Filippo Jannelli del 1660 circa; la tela raffigurante San Domenico ispirato all'evento miracoloso avvenuto a Soriano Calabro, con episodi della vita e il Padre Eterno in alto, di autore ignoto (1622); la Dormitio Virginis (Morte della Vergine), tavola dei primi decenni del XVI secolo, opera d'artista di cultura bizantineggiante; il Polittico con la Natività tra San Francesco d’Assisi e San Giovanni Battista nel registro principale, l'Annunciazione nei due tondi, il Padre Eterno nella lunetta e l'Apostolato nella predella, di Giovanni Filippo Criscuolo e bottega (1550). Fra le sculture, la statua di San Giacomo Maggiore è attribuita al carrarese Andrea Calamech (sec. XVI); quella di San Pietro del 1586 è opera del manierista raccuiese Rinaldo Bonanno; Santa Maria di Gesù (1500-1501) e Santa Caterina d’Alessandria (1534), sono opere di Antonello Gagini. La Cappella delle Sante Reliquie (sec. XVIII) contiene un Crocifisso ligneo della stessa epoca e una vetrina con le reliquie dei Santi. Pregevole il coro ligneo di Giorgio Veneziano (sec. XVI).