I rustici

Il cibo “on the road” della tradizione messinese

Rustici Messina cibo strada

Arancini

L'”arancino” (arancinu) è una specialità della cucina siciliana inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT)con il nome di "arancini di riso". Le sue origini dovrebbero rimontare all’occupazione araba in Sicilia dal momento che gli islamici facevano grande uso nelle loro pietanze del riso, ingrediente fondamentale nella sua preparazione oltre allo zafferano. A forma di palla o di cono, la panatura esterna croccante (fatta risalire ad epoca sveva) assicura l’ottima conservazione del riso e del condimento oltre al suo consolidamento. Si parla dell’”arancino” come pietanza, per la prima volta, nel Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi del 1857 e, ai nostri giorni, per la sua grande popolarità, Andrea Camilleri ne ha fatto un protagonista ne “Gli arancini di Montalbano” enfatizzando la passione del famoso commissario per tale rustico. L’”arancino” più diffuso in Sicilia è quello al ragù di carne ma vengono preparati anche al burro, dalla forma rigorosamente a palla.

Pituni

A forma di mezza luna, simile al calzone, il “pituni” della tradizione è un rustico formato da un sottile guscio di pasta non lievitata a base di strutto, farina, vino bianco e acqua, fritto e farcito con indivia riccia (scarola), pomodorini, tuma o primo sale, acciughe, olio extra vergine d’oliva, sale e pepe. Altre varianti sono quelli con pomodoro o prosciutto, cucinati fritti o al forno. Per accompagnare i “pituni” è consigliabile una birra prodotta proprio a Messina dal “Birrificio Messina” come la “Doc 15” o “La birra dello Stretto”.

Mozzarelle in carrozza

Anche se la “Mozzarella in carrozza” è un antipasto tipico della cucina campana, ideata a Napoli per usare la mozzarella avanzata racchiusa all’interno di due fette di pane che fungevano, appunto, da “carrozza”, il rustico ha assunto il ruolo di tipicità messinese poiché si discosta notevolmente dalla ricetta napoletana. Infatti, a Messina si prepara con la besciamella all’interno fra le due fette di pane, densa, profumata con noce moscata e pepe nero. Gli ingredienti sono le fette di pane tipo americano o pancarrè, mozzarella, besciamella, uova, latte, grana grattugiato, pangrattato, pepe, noce moscata, olio di semi di arachide per frittura.

Sfinci

Dolce fritto tipico carnevalesco ma diffuso nel bancone dei rustici, gli “sfinci” messinesi di origine araba vengono preparati anche per le festività natalizie. Gli ingredienti sono farina, lievito, acqua, olio extra vergine d’oliva, zucchero, scorza di limone grattugiata, uva passa, sale, zucchero semolato.

San Daniele

Diffuso in tutta la Sicilia, il “San Daniele” (paté di sfoglia) è costituito da pasta sfoglia farcita con mozzarella o formaggio a pasta filata e prosciutto cotto o con mozzarella e verdure. Le sfoglie con il prosciutto hanno la forma triangolare mentre quelle con le verdure, rettangolare. Per prepararlo si stende la pasta sfoglia fresca tagliandola a quadrati, quindi la si farcisce col prosciutto e la mozzarella. Si aggiunge olio extra vergine d’oliva e si piega il tutto formando dei triangoli e chiudendo bene i bordi. Si spennella l’esterno con un uovo sbattuto e si cuoce al forno.

Focaccia missinisa

La “focaccia missinisa” è una specialità tipica della gastronomia messinese prodotta in tutti i panifici e rosticcerie e costituita da un impasto soffice e friabile di forma rettangolare ricoperto di pomodori tagliati a dadini, scarola tagliata a pezzetti, tuma e l’immancabile acciuga che le conferisce il profumo e il sapore particolari.

Schiacciata

La “schiacciata” è un prodotto da forno tipicamente siciliano e diffusissimo nel messinese. A base di pane, viene farcito con salsa di pomodoro, broccoli, cavolfiori, patate, formaggio, salsiccia, olive nere. Nata alla fine del XVII secolo come piatto unico delle tavole contadine, la “schiacciata” si diffuse particolarmente durante il Regno delle Due Sicilie. Nel 1763 il Moncada principe di Paternò lo volle sulla sua tavola per le feste di Natale e da allora è stato considerato un piatto natalizio, anche se oggi è diffuso tutto l’anno.

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