La Chiesa Madre dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo a Naso

Tesoro d’arte e cultura

La Chiesa Madre dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo a Naso, Cappella del SS. Rosario - foto di Rosy Schiavo e Domenico Paternostro

Le origini di Naso si confondono col mito: narra la tradizione che l'antica città di Agatirso era insediata proprio nell’attuale abitato, fondata da uno dei figli del re dei venti, Eolo, nel 1218 a.C. I Ventimiglia, in epoca altomedievale, furono i più importanti feudatari, con loro la baronia di Naso fu elevata a Contea e per la sua importanza ricevette l'appellativo di Città. In questo contesto, sorgeva la Chiesa Madre dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo, tesoro d’arte e cultura.

Chiesa Madre Cappella del SS. Rosario, particolare

La Storia

Sorta in epoca medievale, la Chiesa Madre dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo è il risultato degli ampliamenti e delle trasformazioni attuate dal Seicento fino alla prima metà del Novecento. Il sisma del 1613 causò forti danni alla facciata e il crollo del campanile, riparati nel cinquantennio 1622-1678. Ulteriori danni si verificarono nell’altro terremoto del 10 marzo 1786Vito Amico, nel suo  Lexicon topographicum Siculum... (Panormi, 1757-1760), dizionario  topografico riguardante tutte le località della Sicilia, con la descrizione anche dei monumenti e dei luoghi di culto, scrive della Chiesa Madre: “Le più belle chiese sono anche quattro, la maggiore che prese il nome dall’antica di s. Maria dei Latini appellata anche volgarmente dei Ss. Apostoli Filippo e Giacomo è adorna di colonne, di marmorei sepolcri dei principi, di campanile, e si distingue per decentissimo culto; vi si venera con somma divozione un’imagine del Ss. Crocifisso”.  La facciata, rifatta nei primi anni del secolo XX, è ispirata ad uno stile neorinascimentale e sormontata dall’iscrizione “HAEC EST DOMUS DOMINI FIRMITER AEDIFICATA”. L’impianto è basilicale a tre navate divise da un monumentale colonnato in pietra locale di ordine dorico.

LO SAPEVI CHE?

Il patrono San Cono nacque a Naso durante il regno di Ruggero II e morì da eremita in una grotta un Venerdì Santo, durante il regno di Federico II di Svevia. Narra la tradizione che improvvisamente si sentirono suonare da sole le campane. Invocato contro i mali delle orecchie e del naso, per questo tali organi furono aggiunti allo stemma del paese: per i fedeli rappresentano un ammonimento ad “aver buon naso, ascoltare assai e parlar poco”.

Le opere d’arte

Fra le pregevoli opere d’arte che la Chiesa Madre custodisce, notevole è la statua marmorea raffigurante l’Assunta e gli Angeli (1549) di Vincenzo Gagini all’interno di una policroma nicchia marmorea. Dei Gagini o della loro scuola è anche una statua marmorea della Madonna col Bambino che conserva le dorature e i colori originali e sull’altare maggiore, il tabernacolo policromo entrambi del secolo XVI. Notevoli sono i dipinti della Madonna del Rosario col Bambino nell’altare della Cappella del SS. Rosario, eseguito su commissione dalla bottega di Deodato Guinaccia (Napoli, ... – Messina, 1585?) per celebrare il decennale della battaglia di Lepanto e l’Incredulità di San Tommaso, del pittore tortoriciano Giuseppe Tomasi (1610-1672). Tra le altre opere, spiccano la statua marmorea raffigurante santa Caterina da Siena, un ottocentesco gruppo marmoreo dell’Annunciazione, il fonte battesimale del ‘600 e un Crocifisso ligneo di scuola napoletana risalente al 1642, di proporzioni naturali, opera di Antonio Tambona che viene portato in processione solo in rarissime occasioni.  

La Cappella del SS. Rosario fra simboli sapienziali ed esoterici

La devozione verso la più nota preghiera mariana è al centro della Cappella dedicata alla Vergine del Rosario che si apre nella navata laterale sinistra della Chiesa Madre. Realizzata nel 1649 da Bartolomeo Travaglia e destinata ad abbellire la chiesa di San Pietro dei Latini che fu danneggiata dal sisma del 1832 e demolita nel 1880, nel 1934 la Cappella fu qui ricollocata. Definita anche “dei marmi” per la ricca e minuta profusione di materiali lapidei policromi, le pareti ospitano simboli e allegorie che in un suggestivo ed esoterico percorso conducono al dipinto della “Madonna del Rosario”. Fra le sei nicchie che ospitano altrettante statue di santi e sante domenicane, Margherita d’Ungheria, Domenico di Guzman, Rosa da Lima, da un lato, Caterina da Siena, Vincenzo Ferrer e Maddalena Panettieri dall’altro, si svolge una ricchissima tessitura di decorazioni marmoree con raffigurazioni di forme vegetali, animali e simboliche. Tra gli animali figurano il corvo del diluvio, il pellicano simbolo dell’amore che si sacrifica, il leone, la fenice e il pavone simbolo dell’immortalità. E poi il fiore a otto petali che nasce da una serie di vasche di fontana sovrapposte, il frutto del melograno tra le mani di Cristo a significare la pienezza della vita e la rosa, cioè Maria, fiore mistico e simbolo di saggezza già presso i romani.

(Foto di Rosy Schiavo e Domenico Paternostro)

La Chiesa Madre dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo
Via Roma,6 98074 Naso (ME)