

Nobile presenza del Senato cittadino
Elegante e armoniosa, testimonia della massima istituzione di Messina, il Senato, che per secoli fu strumento di partecipazione alla cosa pubblica anche del popolo.
Fu realizzata nel 1615 per ricordare come i senatori, i cui nomi sono incisi sui bordi della tazza, durante il loro mandato si adoperarono per curare particolarmente la distribuzione della rete idrica cittadina dal 1614 al 1615, facendo realizzare altre quattro fontane ubicate sul fronte a mare. Cajo Domenico Gallo, nel 1755, dice che la fontana, sorta in origine nella piazza della Giudecca, si trovava nella piazza di Porta Reale, a nord della città e a ridosso del forte Real Basso (attuale piazza Vittoria). Rimaneggiata nella prima metà del XIX secolo, venne smontata dopo il 1853 in conseguenza della demolizione della porta monumentale e del vicino forte. I pezzi furono depositati ai Magazzini Generali accanto alla Dogana dove li vide, nel 1902, lo storico messinese Gaetano La Corte Cailler allo scopo di proporne la ricomposizione. Fra questi, anche delfini scolpiti nel marmo che ornavano il pilastro centrale e oggi scomparsi. Dopo il sisma del 1908, nel 1933 la fontana ricostruita viene ubicata in Piazza Palazzo Reale, davanti alla Dogana. Sarà trasferita nel sito attuale in occasione della visita di Mussolini il 10 agosto 1937.
Dopo il terremoto del 1908 e prima del trasferimento in Piazza Palazzo Reale, la Fontana Senatoria negli anni ’20 venne ubicata in Largo Seguenza, sulla stessa area dove oggi si trova l’altra Fontana della Pigna.
Il Senato di Messina fu un'antica istituzione nata sull’onda dei privilegi di cui godeva la città dal XV fino al XVII secolo. Venne soppresso dagli spagnoli all’indomani della fallita rivolta dei messinesi nel 1674-78, quale rappresaglia e punizione nei confronti della città ribelle. Un’istituzione che affondava la sua origine al tempo dell’alleanza dei Mamertini con i Romani quando Messina divenne “Civitas foederata” di Roma. Così scriveva l’annalista Cajo Domenico Gallo nel 1755: “Il Senato poscia è quello, che rappresenta il corpo della Città, ed à il primo luogo frà Maggistrati Urbani. Messina comecchè fin dal tempo, che consederossi colla Romana Repubblica, ed ottenne quell’insigne rescritto, più volte citato, di poter godere le prerogative dei Romani, anche essa col nome Senatorio venne insignita, ed a similitudine di quella suprema Repubblica il governo era misto di Democratico, ed Aristocratico, in mano della nobiltà, e della plebbe.”. I senatori messinesi, tre nobili e tre popolani, svolgevano in sostanza le stesse funzioni che assumono oggi gli assessori componenti di una Giunta comunale. Ecco perché anche le fontane, come quella Senatoria, erano frutto di una decisione del Senato.
Sorge davanti al prospetto laterale del Palazzo Municipale e si compone di una grande vasca circolare marmorea sagomata dal centro della quale emerge un elegante basamento con scolpiti motivi floreali che sostiene una tazza, decorata da baccelletti nella parte sottostante e sul bordo della quale si leggono, incisi su sette cartigli ovali incorniciati e ornati da volute e conchiglie, i nomi dei senatori messinesi che vollero la sua realizzazione: “Io. Fracisc De Judice (Giovanni Francesco De Giudice), D. Frãcis Marullo (Don Francesco Marullo), Bernardus Moleti (Bernardo Moleti), Thomas Zuccarato (Tommaso Zuccarato), Marcellus Cirino (Marcello Cirino), Vincentius De Celis (Vincenzo De Celi) e l’anno della sua realizzazione, “Senatores 1615”. La pigna sommitale, come nella Fontana della Pigna di Largo Seguenza, enfatizza la ghiandola pineale che si trova al centro esatto del cervello, nota anche con il nome di épifisi e nella quale il filosofo francese Cartesio, René Descartes (1596-1650), ne ipotizzò la sede principale dell’anima perché unica a non avere un duplicato nelle parti del cervello.
(Foto di Roberto Principato)