Il castello “Mankarruna” di S. Lucia del Mela

Importante presidio militare, dai Bizantini, agli Arabi, ai Normanni

Il castello “Mankarruna” di S. Lucia del Mela

Sorge sulla sommità del colle Mankarruna o Mankarru a 368 m. s.l.m. con la denominazione di castrum Sanctae Luciae o castrum Maccaruni.  Sui resti di una cinta muraria ellenica i Bizantini edificarono un fortilizio ricostruito dagli Arabi tra l'837 e l'851. Con l'avvento dei Normanni, il conte Ruggero, per adempiere al voto, dopo la vittoria sugli arabi, fece costruire una chiesa ai piedi del Castello dedicandola alla Santa martire Lucia di cui era devoto (1094).

Il castello “Mankarruna” di S. Lucia del Mela

La Storia

Nel 1249 è citato un palacium a Santa Lucia del Mela come dimora per le lunghe battute di caccia, gli ozi, i sollazzi e diletti di Federico II di Svevia. La particolare predilezione dell’imperatore per il sito, comporta l'attribuzione della definizione di "Urbe Fidelissima e Deliziosa". Nel 1330 il castrum Maccaruni viene restaurato ed ampliato sulle preesistenze da Federico III nel quadro delle difese del piano di Milazzo contro le incursioni angioine e, nel 1340 ca. ne è possessore, tra alterne vicende, Matteo Palizzi, alla cui morte il feudo ritorna alla corona. Il vicario Giovanni di Randazzo, nel 1346, usa il castello come base per le sue truppe durante la riconquista di Milazzo. Nel 1413 è custodito da sei servientes e nel 1558 viene citato come “castel di Santa Lucia” a tre miglia dal monastero basiliano di Santa Maria di Gala (Barcellona) e a 6 miglia da Milazzo, da Tommaso Fazello. La ristrutturazione del complesso fortificato, nel 1625, destina alcune ali della costruzione a Seminario, ma, già nel 1644, appare in stato di totale degrado ed alcune parti interne sono rovinate. Subisce danni nei terremoti del 1894 e 1908.  

LO SAPEVI CHE?

Alle prime ore del 19 luglio 1860 il telegrafo annunziava l’arrivo di Garibaldi a Santa Lucia del Mela. Garibaldi vi giunse con Medici e Cosenz ad ispezionare dall’alto il campo delle operazioni e predisporre per il giorno successivo l’attacco alle posizioni tenute dai borbonici. Salì infatti al castello per meglio osservare da quel punto eminente la piana di Milazzo, il campo delle operazioni e la posizione.  

L’Architettura

All’estremità sud del palacium fortificato e chiuso in origine da cinta muraria con feritoie per gli arcieri, sorge la torre triangolare. Quest’ultima, presumibilmente pentagonale in origine, è in pietrame con listatura di laterizio, alta 12 metri. L’ingresso alla corte del Castello avviene tramite un portale ad arco a sesto acuto, contornato da una ghiera in pomice nera. Alla sua sinistra si erge l’imponente torre cilindrica (h. 19,50 m.) in pietrame listato da filari di cotto. Internamente la torre è divisa in due livelli, dei quali, quello sottostante coperto con una volta emisferica, un tempo doveva svolgere funzioni di cisterna e, successivamente di prigione. La tradizione popolare narra che in questa prigione, accusato di tradimento, abbia trascorso una lunga detenzione Pier della Vigna, noto anche come Pier delle Vigne (Capua, 1190 circa – Toscana, 1249) protonotaro e magistrato dell'Imperatore. L’ambiente superiore è alto m. 11,50 e coperto con una volta a crociera. Dalla corte interna, un altro portale con arco a sesto acuto, consente l’accesso all’originaria cappella. Una Galleria, cuniculo, collega il Castello al Lavacro dei Saraceni, nel Borgo.  

Il Santuario della Madonna della Neve

Nel 1673 la fortificazione, decadute le funzioni di difesa, abbandonata e in rovina, è ceduta dal proprietario don Francesco Morra Principe di Buccheri a Monsignore Simone Impellizzeri, Prelato dell'epoca, che provvede alla ristrutturazione del complesso. La torre quadrangolare pericolante è abbattuta per fare posto alla costruzione del Santuario.  Nel 1674 al centro di una maestosa cornice barocca, è collocata la stupenda statua marmorea della "Madonna della Neve", opera di Antonello Gagini del 1529, proveniente dalla Chiesa di San Giuseppe della rurale contrada omonima, col titolo di "Nostra Donna della Neve" o "Madonna delle Celle" o "Madonna degli Uccelli".  Questa terza definizione è da attribuire anche alla presenza di un volatile tenuto dal Bambino, quale emblema e segno distintivo della casata dei Gagini. L'altare maggiore è occupato da una grande composizione di legno intagliato e dorato di stile barocco settecentesco, ai lati due vani delimitati da ricche cornici di foglie d'acanto sormontate da conchiglie simbolo del pellegrinaggio terreno, ospitano le statue di Santa Lucia e San Biagio copatroni della concattedrale di Santa Maria Assunta e protettori della città.

foto di Rosy Schiavo e Domenico Paternostro

Il castello “Mankarruna” di S. Lucia del Mela
Via Seminario, 109, 98046 Santa Lucia del Mela ME