La Chiesa della Madonna della Mercede
II titolo deriva dal possesso che ne ebbero i Padri Mercedari (o della Madonna della Mercede) a partire dall'anno 1595, ma essa esisteva anche prima col nome di “Santa Maria di Piè di Grotta”. Lo storico gesuita Placido Samperi, nel 1644, lo spiega col fatto che il quadro venerato nella chiesa raffigurava la Madonna della Pietà, ossia la Madonna col figlio morto nelle braccia, dinanzi alla grotta del suo sepolcro. I religiosi Mercedari ingrandirono la chiesa e collocarono sull'altare maggiore un’immagine raffigurante l'apparizione della Madonna a S. Pietro Nolasco, fondatore dell’Ordine dei Mercedari con lo scopo di liberare i prigionieri cristiani fatti schiavi dei musulmani. È per questo che a poco a poco venne dimenticato l'antico titolo di “Piè di Grotta” che fu sostituito da quello della “Mercede”. Dopo i gravi danni del sisma del 1908 la chiesa fu ricostruita nel 1934 su progetto degli ingegneri confrati Raffa e Palmeri che prestarono gratuitamente la loro opera. La Chiesa è ancora oggi affidata alla Confraternita “Maria Santissima della Mercede in S. Valentino” che la tiene con molto decoro. L'antica immagine della Madonna della Pietà di Piè di Grotta, si conserva ancora oggi.