

Interessante esempio di architettura neogotica
La storia di questa Chiesa è fatta di ricostruzioni, dovute principalmente ad esigenze di spazio a seguito del numero crescente di fedeli che la affollavano, al terremoto e alla guerra.
Edificata dai Padri Cappuccini e benedetta l’8 maggio 1888, la grande devozione verso la Madonna di Pompei la rese, però, insufficiente a contenere la massa di fedeli e così gli stessi frati la sostituirono con un’altra, più grande, che venne aperta al culto nel 1906. Ma anche questa ebbe breve vita perché crollò nel sisma del 28 dicembre 1908. Dopo la costruzione di una cappella provvisoria in legno, il 17 ottobre 1909 l’arcivescovo D’Arrigo benedisse la nuova chiesa in muratura. Neanche questa fu però sufficiente e, così, nel 1917, i religiosi decisero di ricostruirla più grande, a monte del sito originario da dove si ammirava tutto lo Stretto e la Calabria. Su progetto dell’ing. Trifiletti, la prima pietra fu posta il 12 ottobre 1924 da Mons. Paino che nel 1933, in occasione della sua riapertura al culto, donò alla chiesa una campana di 16 tonnellate. Durante la Seconda guerra mondiale, il 7 aprile 1943 colpite da numerose bombe, l’abside e la navata centrale sprofondarono. A conflitto finito, i Padri Cappuccini si rimboccarono le maniche e ricominciarono a costruirla su progetto dell'architetto Filippo Rovigo, per la settima volta, riconsacrandola al culto il 28 aprile 1951.
Nel 1959, con Rescritto della Congregazione dei Religiosi, la Chiesa Madonna di Pompei è stata proclamata Santuario mariano.
Sorge in posizione panoramica sul colle che anticamente era detto dell’Oliveto e mentre la vecchia chiesa affacciava sull’antica via delle Mura, mortificata e nascosta, quella attuale si affaccia sulla strada di circonvallazione, dominante la sottostante vallata del viale Boccetta e anticipata da una scalinata monumentale a doppia rampa di grande effetto scenografico. Venne realizzata innestandola a quella distrutta dai bombardamenti la notte del 7 aprile 1943 riutilizzando quasi tutte le strutture portanti in cemento armato. L’architettura si ispira al gotico con due campanili affiancati alla facciata, pinnacoli, finestre bifore e trifore e edicole con statue. Anche l’interno è interamente in stile gotico con imponenti ed alti archi ogivali nella navata centrale lunga 40 metri e larga 10 e nelle due navatelle laterali dove, le ogive degli archi, sostengono volte a crociera costolonate. La copertura a spioventi rivestita in legno conferisce eleganza e al tempo stesso austerità a tutta la composizione spaziale. A progettare la Chiesa fu l’arch. Filippo Rovigo, molto noto a Messina per le sue numerose realizzazione d’architettura, con la direzione lavori dell’ing. Giovanni Crinò.
Sulla facciata domina un pregevole mosaico raffigurante la “Madonna del Rosario fra San Domenico e Santa Caterina da Siena con l’Arcangelo Michele e l’Arcangelo Gabriele”. Il portale ogivale sottostante rappresenta una perfetta riproduzione dello stile gotico con leoni stilofori accovacciati ai lati. All’interno, la navata centrale scandita da snelli pilastri polistili che conferiscono slancio verso l’alto con gli archi a sesto acuto, si conclude con un’imponente abside dove, sull’altare, risalta all’interno di un’edicola con arco trilobato un gruppo statuario in legno policromo della "Madonna del Rosario col Bambino, San Domenico e Santa Caterina", opera degli artigiani di Ortisei. Alle pareti si trovano quindici grandi dipinti del Cappuccino Frà Dionigi di Adrano degli anni ‘50, dono di diversi devoti e devote, raffiguranti i "Misteri del Rosario": l’ultimo Mistero, l’incoronazione della Vergine, ricopre l’intero catino absidale, in un tripudio di santi e sante e i simboli dei quattro Evangelisti. La pregevole sagrestia lignea è opera di Frà Gregorio da Mascalucia, lo stesso che realizzò quella del Duomo.
(Foto Roberto Principato)