Bosco di Malabotta

Uno dei più antichi della Sicilia

Bosco di Malabotta

La riserva naturale orientata Bosco di Malabotta è un'area naturale protetta sui Monti Nebrodi, ad un’altezza sul livello del mare che va dai 700 ai 1300 metri, istituita con decreto dell'Assessorato regionale del Territorio e dell'Ambiente il 25 luglio 1997. Affidata in gestione all'Azienda foreste demaniali della Regione Sicilia, della riserva fa parte anche l'altopiano dell’Argimusco, celebre per i megaliti.

Bosco di Malabotta

Il Bosco

Nella riserva estesa 32,21 Kmq., una delle ultime foreste rimaste in Sicilia, si alternano il bosco alle radure dove trova habitat il suino nero dei Nebrodi; le vette più elevate e scoscese di roccia arenaria modellata dall’erosione naturale pluviale ed eolica come quella più alta, il monte Croce Mancina (1341 metri) ai torrenti come il Licopeti dove si riproduce la rara trota macrostigma. Per circa 80 ettari si estende il cerro (Quercus cerris) che raggiunge anche l’altezza di 30 metri e per la restante parte faggete, pini, castagni, lecci, aceri, noccioleti, agrifogli, pioppi. Il sottobosco è ricco di ginestre, rose canine, biancospini, sparzio spinoso, peonie selvatiche (Paeonia officinalis) dalla splendida fioritura. Caratteristico e particolare è il “Sentiero dei Patriarchi”, così detto per la presenza di antichissimi e imponenti alberi di querce roverelle dai nodosi ed enormi tronchi del diametro anche di due metri. Il Sentiero è il primo tratto (circa 3,5 km) di un percorso circolare, uno fra i più belli del bosco, fra cerri ricoperti di muschio e conduce a Pizzo Vuturi da cui si dispiega un eccezionale panorama con vista dell’Etna.  

Lo sapevi che?

Una leggenda vuole che il bosco abbia questo nome perché un montalbanese ricco possidente di questo vasto territorio se lo giocò a carte, lo perse ed ebbe così una sonora “malabotta”.  

La Flora

Oltre al cerro nelle quote più basse, salendo nell’area della riserva in territorio di Montalbano Elicona una bellissima faggeta si estende per circa 80 ettari, essenza antichissima giunta in Sicilia dal nord Europa a causa dell’ultima glaciazione da 70 mila a 18 mila anni fa circa. Pioppi neri, salici, felci, punteggiano gli argini dei corsi d’acqua Pistone, Licopeti e Fontanazze. Di particolare interesse è la vegetazione di ambiente tropicale come la più famosa felce bulbifera (Woodwardia radicans), rara felce gigante la cui origine risale al periodo Terziario, appartenente alla famiglia delle Blechnaceae e le cui fronde possono raggiungere la lunghezza di 3 metri. Fiancheggia i corsi d’acqua, ideali per l’elevata umidità, poca illuminazione diretta e temperature comprese fra 10 e 25 gradi Celsius. L’agrifoglio (Ilex aquifolium), anch’esso diffuso nella riserva, è un albero o arbusto sempreverde alto fino a 10 m, con chioma piramidale e rami verdastri. Durante l’inverno produce i caratteristici frutti globulari rossi che contrastano e spiccano sulle foglie ondulate-spinose verdi scure. Pianta magica per eccellenza, già da prima del Natale cristiano proteggeva dai demoni e portava fortuna.

La Fauna

L’avifauna è ricca di diverse specie come quella dei rapaci, rappresentati da falchi pellegrini, corvi imperiali, poiane, lodolai ed aquile reali che si possono osservare dalle alture di Pizzo Vuturi, Pizzo Petrolo e Monte Croce Mancina. Tra gli altri rapaci presenti nel bosco, quelli notturni sono le civette, gli allocchi, gli assioli, i barbagianni, i gufi che si alternano a quelli diurni come lo sparviero. I gheppi, che si cibano di topi, piccoli uccelli e anche insetti, si caratterizzano per il loro volo particolare: sbattono le ali frequentemente col cosiddetto volo a "Spirito Santo" mantenendosi fermi in aria con la coda aperta a ventaglio, così da osservare meglio il terreno per avvistare le prede. Il bosco, poi, risuona dei versi delle cinciallegre il cui canto vario e melodioso è udibile tra metà gennaio e giugno, e dei piccoli silvidi dell’ordine dei Passeriformi. Presenti, tra i mammiferi predatori, la volpe, la donnola, la martora, il gatto selvatico e tra i micro mammiferi, l’istrice e il toporagno. Tra questi ultimi, il topo quercino, piccolo roditore lungo fino a 17 cm. con esclusione della coda. Una sua caratteristica è la linea scura che inizia dal muso, circonda gli occhi e prosegue fino alle orecchie, una sorta di mascherina.  

Bosco di Malabotta
Montalbano Elicona, Provincia di Messina