Anna Maria Arduino

La “Getilde Faresia” dell’Accademia romana dell’Arcadia

Napoli, controfacciata della chiesa di San Diego all'Ospedaletto. Ritratto di Anna Maria Arduino nel suo monumento sepolcrale

Anna Maria Arduino, “[…] ad una singolare bellezza del corpo – scriveva lo storico messinese Giuseppe Grosso Cacopardo nel 1857univa quanto mai cognizioni adornar potessero lo spirito umano, conciosiacchè conosceva da maestra la musica, la danza, la pittura, il ricamo, ma queste per così dire non erano che virtù donnesche, mentre con ugual franchezza era destra a maneggiare un cavallo, ed a trar di spada […]: questo, in poche parole, l’efficace ritratto di una donna messinese che diverrà celebre nella sua attività letteraria. 

La Vita

Figlia del principe di Palizzi e marchese della Floresta Paolo Arduino e di Giovanna Furnari, figlia del duca di Furnari, Anna Maria nacque a Messina nel 1672. A soli 16 anni aveva già composto molte poesie oltre a dimostrare particolare interesse verso la pittura e la danza al punto che, il padre, per assecondarne “l’acume del talento”, la fece educare nella letteratura italiana e latina e nella pittura. Sposata nel 1797 col Principe di Piombino Giovanni Battista Ludovisi, si trasferì a Roma dove diede alle stampe un volume in versi pregevoli che ebbe un enorme successo di lettori e di critica. Qui fu ben accolta dagli accademici dell’Arcadia con il nome di “Getilde Faresia” e vi recitò vari suoi componimenti in Latino e in Italiano. Uno dei suoi poemi in Latino venne riportato da Giovanni Mario Crescimbeni ne “L’istoria della volgar poesia” (1698). Poco dopo aver perso il marito e l’unico figlioletto Niccolò, morì a Napoli il 29 dicembre 1700, a soli 28 anni, e fu sepolta nella chiesa di San Diego all’Ospedaletto, in cui ancor oggi si trova il suo sepolcro con due bassorilievi marmorei scolpiti da Giacomo Colombo su disegno di Francesco Solimena.

LO SAPEVI CHE?

Anna Maria Arduino venne accolta a Roma nella prestigiosa ed esclusiva Accademia dell’Arcadia, fondata da Giovanni Mario Crescimbeni nel 1690 insieme a Giovanni Vincenzo Gravina. Il Crescimbeni fu talmente entusiasta di lei al punto da dedicarle un suo Sonetto dove si legge: “Eccelsa Donna il cui felice ingegno/Tutto di sé la Sapienza empìo:/Donna, che i nostri error prendendo a sdegno/Coll’inclito pensier ten voli a Dio […]”.

Le opere

Nella sua attività letteraria Anna Maria Arduino si ispirò a Petrarca e tra i poeti latini predilesse Virgilio. Nel 1687, a soli 15 anni, dedicò un suo componimento in latino all’imperatore Leopoldo I d’Asburgo e alla moglie Eleonora, “Rosa Parnassi plaudens triumpho imperiali S.M.C. invictissimi Leopoldi de Austria Romanorum Imperatoris etc., eiusque dignissimae uxoris Eleonorae Magdalenae Palatini Rheni”, stampato a Napoli. Scrive anche un Prologo da rappresentarsi nell’opera intitolata Li riuali generosi. Dramma per musica [di Apostolo Zeno] da recitarsi nel giardino Ludovisio. Composto da donna Anna Maria Ardoino Ludovisi principessa di Piombino, frà gl’Arcadi Getilde Faresia (Roma 1697). E tantissime rime, una pregevole produzione che farà scrivere allo stesso Crescimbeni: “[…] varie Rime di ottimo carattere, per lo più dirette ad Arcadi, e per servigio d’Arcadia […] ed alcune di esse si leggono nel Tomo VI, delle Rime de medesimi Arcadi”.

Hanno scritto di lei

Nelle “Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal sec. XII sino al sec. XIX” (1821) il messinese Giuseppe Grosso Cacopardo la definì una pittrice che “[…] seppe da maestra con vivacità, e con franchezza, maneggiare il pennello […]”  e aggiungeva che “[…] non pochi quadri da lei dipinti mostravano la somma perizia che ebbe ella in quest'arte”. Famosa anche “[…] per la bellezza dell'aspetto”, Anna Maria Arduino fu ricordata da Antonino Mongitore nella Bibliotheca Sicula (Palermo 1707-1714) per i suoi spiccati interessi culturali e artistici (“[…] esercitò le arti della pittura e soprattutto tele ricamate in oro e quasi tutte le arti liberali, si impadronì dei misteri delle scienze, scrisse numerosi canti immortali in prosa latina e italica […]”). Oltre ai componimenti poetici per il suo matrimonio e per la sua partenza da Messina, a lei furono dedicati anche alcuni versi, fra i quali un sonetto, “Egual a tua beltà, ritrovato da Giuseppe Emanuele Ortolani tra i manoscritti dell'Accademia della Fucina di Messina e quello composto da Giovanni Ortolani (“Nella morte della celebre Maria Anna Arduino Principessa di Piombino”).

Messina
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