Il Presepe a Messina nel passato
Protagonisti assoluti dei Presepi siciliani erano i costruttori di pastori e di Bambinelli. Celebri su tutti i messinesi Gaetano Giulio Zummo o Zumbo (sec. XVII) e Giovanni Rossello o Rosselli (sec. XVIII), ceroplasti che oltre a realizzare il Bambino Gesù e i personaggi in cera con gli occhi in pasta vitrea, costruivano piccoli capolavori di presepi con cartapesta, avorio, corallo, madreperla, terracotta e stucco. I Presepi nella Messina prima del terremoto del 1908 gareggiavano fra loro per monumentalità e complessità, come quello del cavaliere Calamarà che si sviluppava in ben sette stanze (venivano chiamati i gendarmi per mantenere l’ordine fra i visitatori in fila nelle scale) e quello del patriota Salvatore Bensaia, allestito nella sua modesta casa del borgo Portalegni e che si fregiava anacronisticamente dei fili telegrafici, delle locomotive a vapore e perfino di garibaldini che giocavano sotto il pergolato, presso un’osteria! Fino agli anni Cinquanta del Novecento un “presepiu” degno di tale nome doveva avere personaggi fissi come “’u maravigghiatu da rutta” (il meravigliato della grotta), “’a lavannara” (la lavandaia) e‘u vecchiu cu cufularu” (il vecchio col focolare).