

Il Polmone Verde di Messina
Info e Contatti
Orto Botanico "Pietro Castelli" dell'Università degli Studi di Messina
Piazza XX Settembre
98122 MESSINA - ITALY
Aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12 con ingresso gratuito.
Direttrice dell'Orto Botanico, prof.ssa Rosa Maria Picone
Responsabile degli Erbari, prof. Alessandro Crisafulli
La storia dell’Orto Botanico dell’Università di Messina inizia il 2 giugno 1638 quando l’Ateneo messinese ne decretò la fondazione col nome di Hortus Messanensis. Divenne celebre per la ricchezza delle collezioni e per l’originale sistemazione, opera del botanico romano Pietro Castelli. Quando nel 1678 gli spagnoli riconquistarono la città, dopo la rivolta del 1674, soppressero l’Università e l’Orto Botanico fu distrutto. Il Consiglio Comunale, dopo mezzo secolo di richieste avanzate dall’Università e accogliendo la proposta del prof. Antonino Borzì del 15 novembre 1883, deliberò 4 ettari di terreno sulle sponde del torrente Portalegni (oggi via Tommaso Cannizzaro) da destinare ad Orto Botanico. Dopo il sisma del 1908, dai quattro ettari iniziali, lo spazio venne ridotto a soli 8.000 metri quadri. Durante il Secondo conflitto mondiale divenne sede militare, poi, una parte fu utilizzata per edificare l’Istituto di Botanica. Il vincolo apposto di recente dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione, nel riconoscerne l’importanza quale “Bene storico, naturale e naturalistico particolarmente importante”, ne ha sancito la definitiva tutela e conservazione.
Nell’Orto Botanico “Pietro Castelli” esiste un percorso didattico senza barriere architettoniche che, mediante 80 piante scelte apposta per le loro caratteristiche, permette ai visitatori non vedenti di toccarle e con l’ausilio di etichette in Braille, di conoscerne la storia e le particolarità botaniche.
Ricco di piante con esemplari anche a rischio di estinzione come i Pinus brutia che risalgono all’impianto originale; le imponenti Dracena draco; le numerose Sterculia; le grandi Chorisie sud-americane e le felci arborescenti della Nuova Zelanda, nell’Orto Botanico si trovano anche alberi molto rari quali il Calodendrum del Sud Africa; la Tipuana della Bolivia; gli alberi delle ciliegie del Brasile; un pino himalaiano; due esemplari di albero a candelabro (Phytolacca dioica) e un esemplare di Ginkgo biloba che per le sue notevoli dimensioni rappresenta un unicum a Messina. All’ombra di questi giganteschi alberi ci sono anche gli ambienti umidi dove vivono specie rare di piante a rischio di estinzione, come il giaggiolo d’acqua già estinto sui Peloritani e presente nell’Orto. Il Ficus macrophylla è il più grande albero presente, originario dell’Australia e che può raggiungere e superare i 30 metri di altezza. In una serra vegetano alcune specie esotiche come il caffè e la palma del viaggiatore del Madagascar e non mancano le curiose piante carnivore, oltre alle migliaia di piante grasse. Il Limonium di Capo Alì (Limonium sibthorpianum), per la sua rarità, è stato scelto come logo dell’Orto Botanico.
Pietro Castelli nacque a Roma nel 1570 circa e morì a Messina nel 1661. Laureatosi in Medicina nel 1617, fu discepolo di Andrea Cesalpino, botanico, medico e anatomista aretino presso lo Studio romano. Dal 1597 fu docente all’Università di Roma dove diresse l'orto dei semplici, cioè delle piante medicinali ("semplici") agli Orti Farnesiani. Nel 1631 si trasferì a Messina presso l’Università e fu il promotore e fondatore di un orto dei semplici. Nel 1640, in proposito, pubblicò il trattato Hortus Messanensis che dedicò al cardinale Francesco Barberini, opera nella quale descriveva l’orto messinese e le sue finalità. Dopo la sua morte, gli subentrò nella direzione dell’Orto Botanico di Messina il celebre medico, anatomista, fisiologo e accademico italiano Marcello Malpighi. Pietro Castelli pubblicò diverse opere, e, fra queste: Della durazione de' medicamenti tanti semplici che composti (Roma 1621); De smilaci aspera botanico-physica sententia (Messina 1632); Relatio de qualitatibus frumenti cujusdam Messanam delati (Napoli 1638); Petri Castelli Romani nobilis Messanensis philosophi, et medici, Hortus Messanensis (Messanae: typis vidue Ioannis Francisci Bianco, 1640).
(Foto Roberto Principato)