La Fontana “Gennaro””

Rara sopravvivenza delle fonti pubbliche tra ‘500 e ‘600

La Fontana “Gennaro”

In origine chiudeva scenograficamente lo slargo creato dalla confluenza della via Monasteri (oggi 24 Maggio) con la via Uccellatore (attuale corso Cavour). Di autore anonimo, con ogni probabilità venne scolpita da Rinaldo Bonanno e collocata in sito nel 1602.

La Fontana “Gennaro””

Rinaldo Bonanno

Nato a Raccuja (Messina) nel 1545/46 e morto a Messina il 25 febbraio 1590, Rinaldo Bonanno fu importante scultore e architetto della seconda metà del sec. XVI. La prima notizia su di lui risale al 1559 quando andò a bottega da Martino Montanini che era stato allievo di Giovanni Angelo Montorsoli. Partito da Messina il Montanini nel 1561, Bonanno passò nella bottega dell’architetto e scultore carrarese Andrea Calamech del quale sposò la figlia Veronica. Della sua attività di architetto, sulle orme del suocero, rimane la monumentale facciata della Chiesa Madre di S. Agata ad Alì Superiore (1584) e testimonianza documentale dell’impegno di realizzare tre cappelle nel 1585 per il Duomo di Messina oltre che nell’illustrazione di due archi trionfali eretti nel 1589 per i festeggiamenti in occasione al ritrovamento dei corpi dei martiri Placido e Compagni. Come scultore, al Museo Regionale di Messina si conserva un altorilievo con l’“Adorazione dei pastori” (1569) e due grandi sarcofagi della famiglia Marchese-Barresi (1572). Nel Duomo di Messina si trovano frammenti del monumento sepolcrale dell'arcivescovo Giovanni Retana (1582) e nella Chiesa di San Giovanni di Malta il busto di Francesco Maurolico.

LO SAPEVI CHE?

La Fontana “Gennaro” deve probabilmente tale appellativo popolare al periodo dell’anno in cui il sole entra nella costellazione dell’Acquario

La storia

Cajo Domenico Gallo negli "Annali della città di Messina" (1755-1758) così descrive la fontana: "nell'entrare del nuovo anno 1602 si eresse il bellissimo fonte di marmo nella piazza della parrocchiale di S. Antonio detta di Jannò con la statua raguardevole dell'Acquario seduto sul Zodiaco". L’anno 1602 riportato dal Gallo potrebbe anche riferirsi alla successiva sistemazione mentre la realizzazione è probabile sia stata eseguita da Rinaldo Bonanno prima della sua morte avvenuta nel 1590. In prossimità, sul muro del palazzo adiacente, prima del sisma era affissa una targa marmorea con un’epigrafe recante la dedica al sovrano Filippo III, i nomi dei senatori che vollero l’opera, Pietro Del Pozzo, Giuseppe Stagno, Antonio Cesare Aquilone, Paolo Adornetto, Carlo Ventimiglia, Giovanni Pietro Arena e l’anno 1602. L’epigrafe era conclusa dall’iscrizione “Nimpha olim, modo limpha, demum felicior Urbis/Quando decus, latices contigit esse meos”. Giuseppe Buonfiglio e Costanzo, nella sua “Messina Città Nobilissima” del 1606, la definisce “fonte di Iannò” con riferimento alla vicina porta urbica dedicata a Giano. Gli ultimi interventi di restauro, inaugurati il 26 giugno 2015, l’hanno riportata all’antico splendore.

La Fontana “Gennaro”

All’interno di una vasca ottagonale in marmo rosa si erge la statua raffigurante un putto acquaiolo (Acquario) seduto sul globo celeste fasciato dai segni zodiacali, con in mano due anfore direzionate in senso opposto e dalle quali in origine zampillava l’acqua, sostenuto da un basamento sul quale si trovano quattro mascheroni idrofori. E’ popolarmente intesa come fontana “Gennaro” (“Innaru”) poiché sembra che questo nome derivi dal dio latino Giano a cui era stato dedicato un tempio nelle immediate vicinanze. Successivamente, nella cortina muraria medievale, fu inserita una porta d’accesso che prese il nome di “porta di Giano”. In una delle incisioni di Filippo Juvarra che corredano il volume dello Sclavo pubblicato in occasione dell’acclamazione di Filippo V nel 1701, è riprodotta l’architettura effimera costruita per contenere la fontana che per l’occasione, invece di acqua versò vino. Nel terremoto del 28 dicembre 1908 il manufatto scultoreo subì danni e mutilazioni e fu rimosso. Dopo essere custodito a lungo nel vecchio Museo Nazionale di Messina, solo nel 1932, dopo gli interventi di restauro, venne collocato nel luogo in cui si trova attualmente, in un’ubicazione vicina a quella originaria.

 

(Foto di Roberto Principato)

La Fontana “Gennaro”
Via XXIV Maggio, 19, 98122 Messina ME