I palazzi istituzionali

Schede a cura di Nino Principato

Palazzo Zanca sede del Municipio

Palazzo Zanca sede del Municipio

Palazzo Zanca, sede del Municipio di Messina, prende questa denominazione dal suo progettista, l’architetto palermitano Antonio Zanca. Dopo il terremoto del 1908 che distrusse una parte dell’ottocentesco Palazzo di Città, che sorgeva inglobato nella Palazzata progettata da Giacomo Minutoli con affaccio sul mare, nel maggio del 1910 venne bandito un concorso nazionale per la realizzazione di un nuovo palazzo municipale. Vinse l’arch. Guglielmo Calderini ma il suo progetto non fu convalidato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per mancanza di conformità alle nuove norme sismiche.

Rifatto il concorso, il Calderini ne fu nuovamente vincitore, ma ancora una volta il Consiglio Superiore dei LL.PP. espresse parere contrario. L’Amministrazione Comunale decise, allora, di affidare l’incarico ad altro concorrente, l’arch. Antonio Zanca e così, dopo l’approvazione del progetto, il 28 dicembre 1914 venne posta la prima pietra e il palazzo ultimato e inaugurato il 26 luglio 1924.

In  tale occasione venne cementata una pergamena con uno scritto beneaugurante di Tommaso Cannizzaro (1838-1921): “Auspice il civico consiglio Messina,  per sei anni sepolta tra le proprie rovine, colloca oggi la prima pietra del nuovo Palazzo Municipale, iniziando la resurrezione e l’era novella dell’eroica città dei secoli XIII, XVII e XIX acciò santificata dal sacrificio e dal martirio, trionfi della ferocia, della natura, della ingiustizia degli uomini e splenda più bella e gloriosa negli annali della civiltà”.

L’edificio occupa una superficie di oltre 12 mila metri quadrati e costò 18 milioni di lire. In stile eclettico, si rifà al classicismo ottocentesco.

Alle decorazioni, tutte in pietra di Comiso, vi lavorarono il palermitano Manlio Giarrizzo e il messinese Antonio Bonfiglio, autore del busto bronzeo di Antonello da Messina collocato sul pianerottolo della scalinata d’onore.

Tutte le decorazioni esterne si rifanno alla tradizione commerciale e mercantile della città, con la raffigurazione della “Regina del Peloro “all’interno del timpano triangolare di facciata, col tridente in mano. Le due eroine messinesi dei Vespri Siciliani del 1282, Dina e Clarenza, furono scolpite dal Bonfiglio e dal Sutera. Gli affreschi della sala di rappresentanza vennero eseguiti dai pittori Adolfo Romano e Daniele Schmiedt.

Nella Sala Giunta, nel 1951, è stato collocato l’affresco raffigurante l’Ultima Cena (metri 7,30 x 5,70) che Alonzo Rodriguez (1578-1648) dipinse nel 1616 per la non più esistente chiesa e convento di S. Maria di Gesù Inferiore che sorgevano dove oggi c’è la scuola “Luigi Boer”. Staccato dall’antica sede, l’affresco fu restaurato dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma.

Palazzo Città Metropolitana Messina

Palazzo della Città Metropolitana, già della Provincia Regionale

Sulla piazza Antonello si eleva il Palazzo della Città Metropolitana, già della Provincia Regionale, che sorge sull’area dell’antico Ospedale di Santa Maria dell’Accomandata del 1460.

L’edificio, con un piano terra ed una elevazione, è opera di Alessandro Giunta che, come Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Provinciale, lo progettò nel 1912. Il primo marzo del 1915 fu posta la prima pietra e l’edificio, realizzato dall’impresa Setti e Basile, fu ufficialmente inaugurato il 21 luglio 1918.

In stile eclettico neo-classico con citazioni rinascimentali nelle belle e proporzionate finestre a “serliana “del secondo ordine, prospettanti sulla circolare piazza Antonello, il palazzo venne impostato su un elegante portico, obbligo che ha vincolato anche gli altri tre palazzi che insistono sulla piazza: quello delle ex Poste, del Municipio e della Galleria Vittorio Emanuele III. Le zoccolature perimetrali e le gradinate esterne sono rivestite in pietra di Trapani, e, i cancelli in ferro battuto, furono eseguiti dal messinese La Spada.

Il palazzo si caratterizza per la vasta aula consiliare della superficie di 220 metri quadri e un’altezza di 10 metri e per il pregevole “Salone degli Specchi”.

Università degli Studi di Messina

Università degli Studi

Dirimpetto al Palazzo di Giustizia, sulla via Tommaso Cannizzaro, si erge il complesso edilizio ricostruito dopo il terremoto del 1908 su una superficie di oltre 20 mila mq. e progettato dall’architetto Giuseppe Botto. Iniziati i lavori nel 1920, il plesso universitario venne inaugurato, solennemente, il 20 ottobre 1927.

Costituito da sette palazzine ad una sola elevazione fuori terra, ha il suo ingresso principale dalla piazza di recente intestata al grande giurista messinese Salvatore Pugliatti.

La palazzina centrale, oltre ad ospitare tutti gli uffici amministrativi ed il Rettorato, è anche sede dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti e della Società Messinese di Storia Patria. Nell’Ateneo messinese insegnarono, fra gli altri, Giovanni Pascoli, Salvatore Pugliatti e Gaetano Martino.

Palazzo della Prefettura

Il Palazzo della Prefettura sorse sull’area di un antico edificio che, fino al 1806, fu Sede del Gran Priorato dell’Ordine di Malta. Successivamente venne destinato a Palazzo Reale, e, nel 1877, utilizzato come sede della Prefettura dopo essere stato adattato e risistemato dagli architetti Leone Savoja e Giacomo Fiore.

L’attuale edificio fu costruito nel 1920 su progetto dell’architetto Cesare Bazzani, in stile neo-classico e rinascimentale con citazioni Liberty.

L’ingresso principale immette in un grande atrio colonnato ed in una monumentale scala di rappresentanza che conduce al piano superiore.

Palazzo di Giustizia

Palazzo di Giustizia

Dopo il terremoto del 1908 si cercò di ricostruire Messina con criteri antisismici, moderni ed anche ridando ai palazzi della città un aspetto neo-classico per collegare il passato con il presente. In quest’ottica venne dato l’incarico all’architetto Marcello Piacentini che, sull’area precedentemente occupata dall’Ospedale di Santa Maria della Pietà, opera cinquecentesca di Andrea Calamech e Antonio Ferramolino, progettò e fece costruire il nuovo Palazzo di Giustizia, articolato su tre grandi edifici uniti tra loro da grandi gallerie.

La costruzione ebbe inizio nel 1919 e il palazzo inaugurato il 28 ottobre 1928.

Si tratta di uno dei pochi esempi di edifici eseguiti in cemento armato, nelle strutture portanti, ed in pietra nelle altre parti. Il corpo di fabbrica centrale è sormontato da una quadriga in lega di bronzo e alluminio, opera di Ercole Drei.

Al suo interno si ammirano lo scalone in marmo di Billiemi con ornamenti in bronzo; un portale marmoreo che dà accesso alla Corte d’Assise; le tempere grasse ai soffitti e le decorazioni dei pittori Romano e Schmiedt.

Palazzo della Camera di Commercio

Imboccando la via Primo Settembre, subito dopo aver lasciato Piazza Stazione, s’incontra Piazza Cavallotti sulla quale prospetta il Palazzo della Camera di Commercio. Per la sua realizzazione fu bandito un concorso il 25 novembre 1910. Fra i progetti presentati, quello di Camillo Puglisi Allegra venne appoggiato da Gino Coppedè, componente della commissione giudicatrice, che vinse il concorso. Nel 1926 iniziarono i lavori appaltati alla SpA P.A.C.E. che li ultimerà sollecitamente. Il palazzo, nato come “Palazzo dell’Economia e delle Corporazioni”, si compone di un piano terra e due elevazioni, con decorazioni in stile classico. Il secondo piano, a differenza degli altri, è finestrato con balconi ornati da eleganti balaustre; tutta la facciata esterna del palazzo è bugnata con un rivestimento che ricorre su stipiti e paraste.

Originariamente l’edificio era ad una sola elevazione e solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si realizzò la sopraelevazione, che si stacca visivamente dal resto delle facciate per il cornicione molto sporgente, all’origine coronamento della prima costruzione.

Vi si accede da un’ampia scala, in marmo bianco, che conduce a tre ingressi ad arco sormontati da balaustre con balconate e chiusi da tre grandi cancelli decorati in ferro battuto. Superando l’ingresso principale si perviene ad un vestibolo, dove, in apposite nicchie, sono sistemati sei bassorilievi bronzei di illustri personaggi messinesi (Mario Giurba, Guido delle Colonne, Antonello, Filippo Juvarra, Francesco Maurolico, Giuseppe Seguenza), opere dello scultore Antonio Bonfiglio su consulenza di Gaetano La Corte Cailler. Dai lati del vestibolo partono due scalinate in marmo che conducono al piano superiore.

Nei corridoi sono esposti quattro grandi dipinti di Zona e altri quattro di Francato, eseguiti nel 1960 ed aventi per soggetto il lavoro dell’artigianato e dell’industria messinese. Il palazzo, fra le tante opere d’arte, custodisce il dipinto di Gregorio Panebianco “La resa della Cittadella” (1892), il busto di Umberto I di Scarfì e i due bassorilievi allegorici di Gaetano Russo raffiguranti “Industria e Commercio” e “Arte e Scienza”, commissionati nel 1906 per essere sistemati nella facciata dell’antico Palazzo Camerale, recuperati dopo il sisma del 1908.

Palazzo Weigert

Palazzo Weigert

Sede dell’Assessorato Cultura e Turismo e del Punto Informativo Turistico del Comune di Messinail Palazzo Weigert, ubicato tra via Consolato del Mare e via Argentieri, fu costruito nel 1929 dall’Architetto Gino Coppedè su commissione dell’industriale tedesco Giuseppe Weigert, giunto a Messina in seguito ai lavori per l’elettrificazione cittadina con la ditta “Weigert & Pirrone”, costituita nel 1894 insieme a Giovanni Pirrone, specializzata nella produzione di macchine idrauliche, agricole e industriali.

I lampioni installati, ancora oggi, nella Piazza antistante il Palazzo Municipale, riportano alla base il nome della ditta costruttrice Weigert.

Palazzo Zanca
Via S. Camillo 110, 98122, Messina, ME