Storia di un’antica tradizione
A Messina, la festività del “Corpus Domini” si accompagna alla processione del “Vascelluzzo” che è la sintesi emozionale, in forma di ex-voto d’argento, di tutti i tremendi periodi di carestia che Messina attraversò durante la sua tormentata storia. In queste tristi circostanze, secondo le fonti agiografiche, l’intervento della Madonna della Lettera fece sì che giungessero in porto, miracolosamente, navi cariche di frumento. L’incarico per la realizzazione del prezioso “Vascelluzzo” venne affidato dalla Confraternita di S. Maria di Porto Salvo, che si era costituita nel 1565, ad un ignoto cesellatore (sicuramente messinese dal momento che, nel XVI secolo, l’arte argentiera toccava a Messina vertici di perfezione mai registrati prima) e già nel gennaio del 1576 la baretta col vascello d’argento era completata. Il 7 febbraio dello stesso anno, poi, i confrati avanzavano richiesta per poter collocare sul “Vascelluzzo” la “pigna” in cristallo di rocca con la reliquia dei capelli della Madonna. Alla richiesta fece seguito il decreto del Senato che autorizzava la Confraternita dei Marinai e, a questo, seguì altro decreto della Curia, in data 8 febbraio 1577, di conferma della precedente autorizzazione.