Il Duomo di S. Domenica di Mandanici

Il cuore del Centro Storico

Il Duomo di S. Domenica di Mandanici

Di impianto medievale, condizionò la formazione dell’abitato circostante e della viabilità che si svilupparono attorno e nelle vicinanze di essa.  

Mandanici

Borgo a 417 m. s. l. m., Mandanici deve le sue origini a coloni greci qui giunti durante l’emigrazione calcidese. Le notizie più certe della sua esistenza risalgono ad epoca normanna quando il Gran Conte Ruggero fece erigere l’Abbazia basiliana di Santa Maria Annunziata, nel 1100, lungo la sponda sinistra della fiumara di Mandanici, ancora oggi esistente. Divenne poi libero Comune nel corso dei Vespri Siciliani quando si schierò con re Pietro d’Aragona, partecipando alla rivolta con trentaquattro arcieri. Nel secolo XVI una trentina di abitanti decisero di abbracciare il luteranesimo con a capo il maestro di grammatica Giovan Battista Pellizzeri e il sacerdote Domenico Santoro che predicarono in tutta la Sicilia e nel meridione d’Italia. Durante la rivolta antispagnola del 1674-78, con il nobile Giacomo Avarna nativo di Mandanici che a Messina riuscì ad espugnare il Castellaccio, il Borgo partecipò contro la Spagna e subì poi la feroce rappresaglia spagnola venendo messo a ferro e fuoco. Diede poi il suo contributo alla conquista garibaldina della Sicilia e proprio a Mandanici si concentrarono i soldati guidati dal colonnello Interdonato di Nizza, prima della battaglia di Milazzo.

LO SAPEVI CHE?

Nel 1952, durante alcuni lavori di scavo nel sagrato antistante la facciata del Duomo, venne rinvenuto un orcio di terracotta contenente un tesoretto di un centinaio di monete di bronzo raffiguranti simboli mamertini databili tra il 317 e il 203 a.C., oggi conservate nel Museo “Paolo Orsi” di Siracusa.

La Storia

Il Duomo di Santa Domenica, Patrona di Mandanici, sorge nella parte bassa del Borgo e ne ha anche rappresentato, con la sua mole e importanza, il determinante urbano dello sviluppo. Insieme ai palazzi nobiliari delle famiglie Scuderi e Mastroeni-Longo (sec. XVII-XVIII), determina la forma della piazza irregolare antistante l’ingresso, punto di confluenza dell’antica viabilità. Di vetusta origine, probabilmente del XII secolo, il documento più antico che ne attesta l’esistenza risale al Trecento. La pianta basilicale a tre navate e la composizione triangolare della facciata, comprendente tre portali d’ingresso con una grande finestra al secondo ordine in asse col portale principale, denuncia la derivazione dal Duomo di Messina che ebbe notevole influenza nelle scelte stilistiche degli architetti che costruirono le Cattedrali in diversi centri del territorio messinese. Ancora più accentuata è la similitudine del campanile a torre, cuspidato, con quello del Duomo messinese crollato nel terremoto del 1783. Fra il XVII e il XVIII secolo fu realizzata la facciata mentre l’interno venne impreziosito da un tripudio di stucchi barocchi e rococò, realizzati tra il 1696 e il 1711.

L’Architettura, le opere d’arte

Le colonne monolitiche che separano le tre navate, di ordine tuscanico, poggiano su alti dadi e presentano al centro quel tipico rigonfiamento denominato entasi (dal greco èntasis, sforzo) caratteristico della colonna dorica per esprimere visivamente il gravare delle strutture superiori sulla colonna. L’ordine tuscanico ebbe una notevole diffusione nell’architettura rinascimentale, e, il modo in cui è trattato nelle colonne del Duomo di Mandanici, fa pensare di epoca cinquecentesca la struttura complessiva dell’edificio che subì in seguito notevoli aggiunte e rifacimenti. All’interno, oltre al pregevole coro ligneo intagliato del ‘700 e all’altare maggiore a tarsie marmoree policrome del 1696, si ammirano diverse opere d’arte, fra le quali, il dipinto raffigurante S. Domenica del messinese Giuseppe Paladino (1768); un Crocifisso in tela e gesso (sec. XVII) su uno sfondo affrescato con le Pie Donne (1695) da Giacomo Tuccari. Di grande pregio e importanza è una tavola attribuita a Girolamo Alibrandi (Messina 1470 circa – 1524 circa) raffigurante una Madonna in trono col Bambino, intesa anche “del canestro” per la raffigurazione della natura morta in basso.  

(Foto di Rosy Schiavo e Domenico Paternostro)

Duomo di Santa Domenica
98020 Mandanici ME